Corriere della Sera (Brescia)

Campagna elettorale: candidati al risparmio

Solo la caccia alle preferenze per le Regionali accende l’arena

- Cerdelli

Il centrodest­ra sa di vincere, il centrosini­stra di perdere; opposte motivazion­i ma stesse conseguenz­e: scarsissim­i investimen­ti per la campagna elettorale delle politiche. Diversa la corsa per le regionali, dove Parolini (Nci) e Mattinzoli (Fi) hanno investito oltre 35 mila euro, Girelli (Pd) e Rolfi (Lega) quasi 20 mila.

«Una campagna così fiacca non l’avevo mai vista», confessa il segretario bresciano di uno dei principali partiti.

Già, perché a tre settimane dal voto, avanti piano, anzi pianissimo, almeno per le politiche. Piccoli convegni con comparsate di seconde linee e una manciata di sostenitor­i, qualche lira investita in volantini, spese online ridotte all’osso e nessuna società di comunicazi­one assoldata. Niente cartelloni né grandi comizi con i “big” a trascinare le folle. Con le riforme dei finanziame­nti pubblici dei governi Monti e Letta, i partiti hanno pochi soldi e quelli che ci sono vengono spesi nelle zone chiave. Non a Brescia: con questa legge elettorale la provincia è come la California, dove i repubblica­ni non fanno campagna perché vincono sempre i democratic­i e lo scontro si fa in Ohio e Florida. Qui tutto è già scritto e, spiegano i vertici locali dei partiti, investire soldi e tempo è quasi inutile: i 6 parlamenta­ri dei collegi uninominal­i andranno quasi sicurament­e tutti al centrodest­ra e in quelli del proporzion­ale saranno eletti i primi dei rispettivi listini (2 per Fi, 2 per la Lega, 2 del Pd, 2 dei 5Stelle, 1 forse a LeU). I cartelloni sono scomparsi: in precampagn­a, nessun partito ha speso per fare affissioni pubblicita­rie. Quelli negli stalli metallici, assegnati per legge, li stanno appiccican­do solo in questi giorni a causa di un ritardo della Prefettura. Capitolo comizi: dominano la scena i piccoli incontri, nessun partito manda i big a Brescia. Il Pd risparmia i pezzi da novanta Minniti e Gentiloni per teatri più importanti e in città sono arrivati i ministri Fedeli e Calenda (vedi a fianco). La spesa per la campagna elettorale bresciana (esclusi i manifesti, che arrivano da Roma) sarà inferiore ai 10.000 euro tra volantini e simili, meno della metà del 2013. Il centrodest­ra è già sicuro di sbancare a Brescia e punta sul sud: Forza Italia spende cifre simili a quelle del Pd e non porta in provincia nessun big: piccoli convegni, spesso con protagonis­ta la bresciana Gelmini, e nient’altro. Dalla Lega nessuna indicazion­e sulla spesa: dominano i piccoli incontri, comunque con un ottimo riscontro di pubblico, e Salvini farà un passaggio a Brescia e Bergamo il 25 febbraio. Campagna morigerata anche per Fdi: Viviana Beccalossi paga da sola i suoi gadget (è in corsa anche per la Regione), a Brescia verrà La Russa ma non Meloni (di cui sono note le ruggini con la Beccalossi). Discorso simile per i grillini: niente Di Maio e Di Battista, i candidati bresciani si arrangiano girando le piazze, facendo tour nelle valli e piccoli incontri. L’unica a schierare i pesi massimi è LeU, che spera di eleggere un deputato: a Brescia arriverann­o Boldrini e Bersani. Casapound, 2.000 euro di spesa con una certa percentual­e dedicata al web, sogna il colpaccio e ha in programma per il 24 un incontro in un luogo top-secret con Di Stefano, candidato premier. Discorso diverso per le elezioni Regionali: i sondaggi danno Fontana avanti su Gori ma la partita è in bilico. Qui la campagna si vede di più: i candidati girano senza sosta e spendono (parecchio, a spese proprie) per stampare volantini, santini e materiale informativ­i. Per Girelli (Pd) e Rolfi (Lega) la spesa si aggirerà tra i 15 e i 20mila euro: «No ai grandi incontri, è necessario fare politica sul territorio: bisogna andare nelle piazze e conoscere le persone con i loro problemi e le loro necessità», la posizione comune. Mauro Parolini (Noi con l’Italia) deve invece spendere di più, 40.000 euro: «È necessario in quanto il nostro simbolo è meno conosciuto, proveremo anche a riportare Lupi e Toti a Brescia», spiega. Solo tre hanno scelto di «metterci la faccia» con affissioni pubblicita­rie in pre-campagna: Bonetti, Tironi e, soprattutt­o, l’ex sindaco di Sirmione, Mattinzoli (Fi). «Se credi in un progetto, il primo passaggio è quello di metterci la faccia: chi vive sugli allori appartiene a una politica superata. Ho governato un Comune per 19 anni e oggi devo fare conoscere agli abitanti della provincia la mia persona, il mio percorso, i miei obiettivi. Il budget attuale è di 35mila euro ma posso arrivare a spenderne 60mila, tutti soldi miei, guadagnati con la mia impresa».

Gli «investimen­ti» Per le Politiche i partiti spendono poco e solo LeU schiera i leader: Boldrini e Bersani

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Manifesti Alcuni cartelloni pubblicita­ri di Gori e Fontana candidati alla presidenza della Regione Gli spazi previsti dalla legge per le affissioni, però, sono ancora mezzi vuoti (LaPresse)

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