Energia, ora la legge concede uno sconto al 15% delle Pmi
Energia elettrica, ma quanto mi costi! Un mantra ripetuto da anni dagli imprenditori, e non solo, che si trovano a pagare in bolletta una quota per i cosiddetti «oneri di sistema» che spesso raggiunge il 40% a causa soprattutto dei finanziamenti alle fonti rinnovabili.
Un costo che addirittura ha superato quello all’ingrosso dell’energia elettrica. Una percentuale che comunque incide pesantemente sui costi e si trasferisce sui prezzi andando a minare la capacità competitiva delle aziende rispetto ai competitor stranieri.
Dall’inizio dell’anno a cercare di modificare questa condizione sono arrivati un nuovo regime degli oneri di sistema e la modifica della normativa che riguarda le imprese definite, dall’Unione Europea, a forte consumo di energia elettrica (energivore). Mentre per gli oneri di sistema di fatto si è trattato di un accorpamento in due voci (rinnovabili e tutte le altre) rispetto alle 11 presenti nelle vecchie bollette, per energivori si è allargata la platea di chi potrà utilizzare le agevolazioni. Gli «sconti», secondo il vecchio meccanismo, erano definiti esclusivamente sulla base dei consumi elettrici dell’impresa con il limite minimo a 2,4 Gwh/anno.
Con la nuova normativa, oltre ad aver abbassato ad 1 Gwh/anno il consumo medio di energia elettrica, entrano in gioco ulteriori fattori come l’indice energetico (il rapporto tra costo dell’energia e fatturato) e l’appartenenza ad un elenco di attività stabilite dall’Unione europea. In concreto dalle attuali 3 mila aziende che utilizzano le agevolazioni si potrebbe arrivare al loro raddoppio.
«Per quanto riguarda le imprese associate all’Api di Brescia — ha commentato Enea Filippini direttore di Api Servizi a margine dell’incontro organizzato sul tema in collaborazione con A2A — potrebbero essere interessate al nuovo provvedimento tra il 10 e il 15% di aziende».
Imprese che andrebbero ad aumentare le attuali 3 mila aziende energivore che rappresentano una parte importante della manifattura italiana. Sebbene, infatti le imprese grandi consumatrici di energia siano numericamente circa l’1% delle imprese manifatturiere italiane, rappresentano però circa il 22% del fatturato, il 18% degli addetti e il 26% del valore aggiunto dei settori che vanno dall’agroalimentare alla filiera per la produzione dei materiali di base. Numeri come quelli che ogni mesi gli imprenditori si trovano scritti sulle bollette da pagare. E dopo aver percorso la strada del risparmio energetico, dell’utilizzo di fonti rinnovabili, perché non andare a conoscere anche questa ulteriore possibilità?