Borgo, utile a 3,8 milioni I segreti della piccola Bcc dai grandi numeri
Vent’anni fa, la Bcc di Borgo San Giacomo aveva un patrimonio di 7,5 milioni di euro. Oggi vale 68 milioni. Niente fusioni, acquisizioni o magie: sono tutti utili accumulati negli anni e anche nel 2017 la Bcc ha chiuso l’anno in positivo per 3,8 milioni. È come la storia della formichina: la banca non ha mai chiuso in rosso e oggi ha indici tra i migliori d’Italia. Borgo si è distinta scegliendo la strada della prudenza. «Anche nel decennio d’oro che ha preceduto la crisi del 2008, siamo sempre stati molto attenti nell’erogazione del credito, sia per garanzie che per dimensione del mutuo», spiega Giovanni Tortella, direttore generale. I deteriorati netti, a fine 2017, pesano solo 5,5 milioni (e sono coperti al 78%) a fronte di impieghi per 250 milioni. «Sin dagli anni ’90 ci siamo posti dei limiti per diversificare i rischi, cosa che continuiamo a fare: l’edilizia può avere fino al 10% degli impieghi, l’agricoltura il 20%, l’immobiliare l’8%». Nessun grande rischio e tanta attenzione: «I nostri clienti sono micro e piccole imprese: diamo supporto alla crescita di realtà virtuose». Mutui chirografari? «Li eroghiamo in presenza di parametri di bilancio meritevoli e per piccole cifre». Altro mantra, i costi: «Abbiamo 12 filiali molto snelle e 71 addetti: i costi operativi ammontano a 6,6 milioni a fronte di un margine di interesse di 6,7 milioni e un margine di intermediazione di 10,9 milioni». Nessuna tentazione di pompare i numeri: «L’abbiamo sempre lasciata in soffitta, oggi molte banche pagano il prezzo di politiche di espansione spropositate». La raccolta continua a crescere: 520,5 milioni nel 2017. «Le grandi banche chiudono gli sportelli di paese, noi fidelizziamo la clientela e molti dei loro ex clienti si rivolgono a noi. Posso dirvi i nostri segreti? Prudenza, sobrietà e solidità».