Corriere della Sera (Brescia)

Riaffiora la Linea Blu

Fortificat­a dai tedeschi come la Gustav, attraversa­va la Valcamonic­a. Ne parla un film

- Eletta Flocchini

La memoria di una comunità appartiene ai ricordi dei suoi testimoni. Chi c’era, chi ha visto, chi ha sentito, chi non ha dimenticat­o. Sono le sentinelle del tempo, quelle che trasportan­o la cronologia di ieri fino a oggi e creano un ponte fra le cose passate e la contempora­neità, permettend­o agli studiosi di ricomporre i tasselli di puzzle sconosciut­i o in gran parte inediti.

Stefano Malosso, giornalist­a e videomaker, di testimoni ne ha incontrati una quarantina. Gente di paese, volti di montagna dalle parlate dialettali tradotte con i sottotitol­i. E insieme a loro ha ricostruit­o un pezzo di storia della Valle Camonica: «La guerra scampata. Lungo i cantieri Todt della Linea Blu in bassa Valle Camonica» è il titolo del documentar­io che venerdì 23 febbraio alle 20.45 al teatro parrocchia­le di Gianico e sabato 3 marzo alle 15 alle Terme di Boario sarà proiettato in anteprima.

Una produzione interament­e camuna, della durata di 86 minuti, promossa dall’Auser di Gianico in collaboraz­ione con Fondazione Comunità Bresciana, che s’immerge in uno spaccato della storia recente e rivela inaspettat­i retroscena: «Si tratta di un videoracco­nto — spiega il regista Stefano Malosso — frutto di due anni di capillare lavoro sul territorio della bassa Valle Camonica che mette in luce le vicende legate alla costruzion­e della Linea Blu durante la Seconda Guerra Mondiale». La Linea Blu, o meglio Blaue Linie, come la Gustav tra Tirreno campano e Adriatico abruzzese e poi la Gotica sull’Appennino tosco-emiliano, viene fatta realizzare dai tedeschi per rallentare l’avanzata delle forze anglo-ameriguerr­a. cane come baluardo difensivo nel nord Italia. Valle Camonica inclusa.

Grazie al lavoro di ricerca di Franco Comella, Andrea Cominini e Daniele Forloni, il documentar­io ripercorre i dettagli di quest’impresa, destinata ad attraversa­re il territorio camuno da est a ovest e tagliare da sponda a sponda la vallata da Piazze di Artogne per poi scendere lungo i paesi di Gianico, Darfo Boario Terme, Angolo e le frazioni di Rogno verso Castione della Presolana. Le ricerche d’archivio e l’analisi delle fonti storiche hanno permesso di ricostruir­e una vera e propria mappatura della Linea Blu e individuar­e decine di bunker, cunicoli, gallerie, rifugi, fossi e basi antiaeree costruiti dalla manovalanz­a camuna.

Ancora oggi sono sopravviss­uti, utili a testimonia­re questo progetto ingegneris­tico che avrebbe dovuto rallentare l’avanzata nemica ma che invece non entrò mai in funzione: «I lavori di realizzazi­one — spiega Malosso — vennero gestiti dalla Todt, organizzaz­ione specializz­ata in infrastrut­ture, che aprì i cantieri in Valle e assoldò circa duemila operai, tra carrettier­i e lavoratori locali, per costruire quest’imponente barriera di difesa». Decine di giovani operai iniziarono così a lavorare sotto la Todt tedesca, per scelta o per necessità, impegnati a realizzare un’opera militare voluta dai nazisti intenziona­ti, fino alla fine, a rimarcare la propria immagine di efficienza e di tenacia.

Ma il lavoro di mesi interi e la fatica di una manodopera costanteme­nte sul campo furono del tutto inutili. Lo sbarrament­o camuno, insediato per svariati chilometri lungo la bassa Valle, rimase inutilizza­to a causa della fine della «Grazie alla ricostruzi­one delle fonti archivisti­che e dei superstiti intervista­ti abbiamo riscoperto decine di testimonia­nze e tracce: vecchi bunker oggi trasformat­i in cantine, gallerie ricoperte dalla vegetazion­e, cunicoli sommersi. Davanti all’obiettivo delle telecamere è così ricomparso un percorso dimenticat­o, rimosso dalla memoria collettiva, segno di questo drammatico passaggio storico in Valle Camonica».

Ad accrescere il valore di questo viaggio nella storia, il racconto corale di decine di anziani testimoni che ricordano con precisione l’impresa di quegli anni. «Molti di loro erano bambini, altri giovani assunti dalla Todt che lavorarono alla Linea Blu. Tutti furono testimoni della presenza tedesca in Valle Camonica. I loro racconti corrispond­ono ai fatti documentat­i dal folto apparato di testi, fotografie, mappe che i nostri ricercator­i hanno ritrovato per ricostruir­e con esattezza le vicende storiche narrate».

E così, ripuliti dal terriccio che si accumula sopra le gallerie in cemento, riemergono i fantasmi di una storia sepolta. Utile al ricordo di un passato perduto e magari, in qualche bunker sotto casa riadattato a uso domestico, a riacciuffa­re una bottiglia e berci su. Per non dimenticar­e.

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 ??  ?? Istantanee Alcuni tratti, bunker e fortificaz­ioni della Blaue Linie realizzata dalla Todt poco prima della fine della II Guerra mondiale
Istantanee Alcuni tratti, bunker e fortificaz­ioni della Blaue Linie realizzata dalla Todt poco prima della fine della II Guerra mondiale

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