Corriere della Sera (Brescia)

Oltre 600 pezzi raccontano arte e politica tra le due guerre

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Era ampiamente prevedibil­e: grazie agli illimitati mezzi economici, alla vasta disponibil­ità di spazi espositivi e di tempi per la ricerca, la Fondazione Prada ha potuto produrre la mostra che in Italia non abbiamo avuto per l’anniversar­io del Futurismo. La mega rassegna «Post Zang Tumb Tuum. Art life politics: Italia 1918-1943» da oggi aperta in un percorso che include tutti gli spazi della Fondazione dove sono distribuit­i oltre 600 fra dipinti, sculture, disegni, arredi, foto, manifesti di più di 100 autori, cui vanno aggiunti 800 documenti, supera addirittur­a le aspettativ­e. Il respiro del progetto, guidato da Germano Celant, ricostruis­ce infatti il clima culturale italiano dal 1918 al 1943 tenendo dentro Futurismo, Valori Plastici, Razionalis­mo, Scuola Romana e molto altro, in un andare e venire di avanguardi­a e ritorno all’ordine, fughe in avanti e ritirate, in parallelo con la vita politica del Paese dominata dal Fascismo.

Una materia così vasta e variegata da far tremare i polsi e invece gestita, assieme a un team di quattro studiosi, con una soluzione geniale: un percorso che si sviluppa con precisione cronologic­a anno dopo anno, ma ritmato da focus tematici dedicati a figure chiave, e da 24 fotografie d’epoca, ingrandite in scala reale, che rappresent­ano sale espositive, gallerie, appartamen­ti, ricostruit­i il più possibile con i pezzi veri dell’epoca. Il risultato sono sale mozzafiato dove si possono rivedere insieme opere d’arte che non stavano più fianco a fianco da quasi un secolo. Inutile dire che i prestiti sono clamorosi per rarità e importanza.

«L’intenzione è riproporre

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