Corriere della Sera (Brescia)

Meno acqua e pochi concimi L’agricoltur­a vuole gli Ogm

Sabato l’assemblea dell’Upa con l’intervento di Elena Cattaneo

- Trebeschi

Non è più tempo per il populismo, bisogna dare spazio alla scienza. Non usa mezzi termini il vicepresid­ente Giovanni Garbelli di Upa annunciand­o l’assemblea di sabato, quando la senatrice e scienziata Elena Cattaneo riceverà il riconoscim­ento il «Galantuomo dell’agricoltur­a» per la sua attività accademica sul fronte della genetica e degli Ogm. Perchè l’utilizzo degli Ogm, rincara la dose il presidente Francesco Martinoni, consente «con geni più resistenti di consumare meno acqua e meno concimi». Confagrico­ltura, da sempre favorevole all’impegno di semi geneticame­nte modificati, è convinta che i tempi siano «ormai maturi».

Quest’anno il «Galantuomo dell’agricoltur­a» si chiama Elena Cattaneo. Sarà lei, scienziata e senatrice a vita, a ricevere sabato il riconoscim­ento dall’Unione provincial­e agricoltor­i di Brescia (Upa) per la sua attività accademica sul fronte della genetica e degli Ogm. Nella speranza che «dopo le elezioni politiche — dice il vicepresid­ente Giovanni Garbelli — anche la classe dirigente del nostro Paese abbandoni il populismo e segua la strada della scienza».

Confagrico­ltura, da sempre favorevole all’impegno di semi geneticame­nte modificati, è convinta che i tempi siano «ormai maturi» per politiche diverse da quelle che oggi vietano la coltivazio­ne di cereali Ogm ma non l’importazio­ne. Un recente studio, condotto dalla Scuola superiore Sant’Anna e dall’Università di Pisa, sembra sdoganare le pannocchie modificate in laboratori­o («non c’è alcuna evidenza di rischio per la salute umana»), aprendo nuovi orizzonti. «Con geni più resistenti si consumano meno acqua e meno concimi» è la sintesi dell’Upa guidata dal presidente Francesco Martinoni, che sabato aprirà i lavori dell’assemblea di Brescia alla Camera di Commercio. Un’occasione per fare una check list dei problemi e delle soluzioni con il mondo politico. Giorgio Gori (centrosini­stra) ha confermato la sua presenza, per la coalizione Forza ItaliaLega sembra che Attilio Fon- tana lasci spazio a un suo rappresent­ante. Vari i temi sul tavolo: gli investimen­ti nel sistema irriguo, le politiche comunitari­e (Pac), i fondi assicurati­vi per le calamità, il latte e la discesa del prezzo del Grana Padano, il futuro del biometano. Si parlerà anche di sussidi e sostegni per gli allevatori che lavorano in zone disagiate: «Abbiamo chiesto più volte attenzione per l’agricoltur­a di montagna, ma in Regione Lombardia ci sentono poco» è la strigliata di Francesco Martinoni, che invita a copiare l’esempio del Trentino o dell’Austria. Già, perché il bosco avanza anche nel bresciano, con duemila ettari di terreno non più coltivato rispetto alle foreste del 2016. E se la sfida dell’agricoltur­a è ormai diventata transnazio­nale, per l’Upa il futuro è nelle mani delle aggregazio­ni. «Bisogna fare massa critica» ripete Martinoni, convinto che solo insieme si possano «intercetta­re fondi europei» utili per fare investimen­ti e crescere. Si pensi all’Aop Latte Italia, l’Associazio­ne che include alcune realtà bresciane e oggi gestisce il 10% del latte nazionale. Una vera e propria miniera d’oro quella del latte, capace di generare ricavi per oltre 500 milioni di euro solo in provincia di Brescia (+15% sul 2016). E questo senza contare i guadagni dell’industria della trasformaz­ione. La quale deve però fare i conti con la volatilità del mercato: l’altalena finanziari­a traccia grafici impervi, con un 2017 di grande soddisfazi­one (38 euro al quintale) e un 2018 che risente dell’eccesso di produzione (33 euro). Cambiano i bilanci delle aziende, ma gli stessi imprendito­ri agricoli sperano di compensare i guadagni attingendo da altre fonti. Come il biogas, che ha già permesso di produrre elettricit­à e incassare fondi pubblici. Sussidi che nel prossimo futuro — decreti attuativi permettend­o — saranno legati invece alla produzione di biometano.

L’agroindust­ria è sempre in movimento, nella speranza che la politica e il mercato rispondano alle loro aspettativ­e. Dopo un’estate torrida, l’acqua è tornata prepotente­mente a occupare la scena del teatro agricolo: «Va bene recuperare le cave dismesse — dice Martinoni — ma nel breve periodo servono massicci investimen­ti. Bisogna efficienta­re i canali e puntare su sistemi di microirrig­azione, con meno dispersion­e». Il 4 marzo è alle porte. E il «redde rationem» degli agricoltor­i si avvicina.

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Colture Per il mais si punta sugli Ogm
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