Corriere della Sera (Brescia)

Regione, il decalogo delle imprese

Incentivi per formazione e innovazion­e, infrastrut­ture, semplifica­zione e autonomia locale

- Di Pietro Gorlani

Per la prima volta dodici organizzaz­ioni che rappresent­ano i diversi mondi produttivi hanno messo a punto un decalogo rivolto ai candidati alle prossime elezioni regionali. Hanno elencato una serie di richieste per i politici, ricordando però che sono «stanchi di vane promesse che durano lo spazio di un’elezione» per dirla con il presidente Aib, Giuseppe Pasini.

Nella provincia fondata sulle imprese per la prima volta dodici organizzaz­ioni rappresent­anti i diversi mondi produttivi stilano un decalogo rivolto ai candidati alle prossime elezioni regionali. «Un documento strategico per sostenere con un’azione di sistema le istanze delle imprese bresciane in un momento cruciale per la competitiv­ità del nostro territorio», scrivono. Un atto di concretezz­a anglosasso­ne, rivolto alla politica, con la quale gli imprendito­ri sono disposti a ragionare, ricordando però che sono «stanchi di vane promesse che durano lo spazio di un’elezione» per dirla con il presidente Aib, Giuseppe Pasini.

I temi cruciali sono quelli che emergono anche in modo spesso fumoso nei programmi elettorali dei singoli partiti. Il problema sta proprio qui: la politica dovrebbe lavorare con competenza per sostenere il mondo del lavoro (528 mila gli occupati nel Bresciano). Andrebbe incentivat­a in modo più massiccio la formazione dei giovani (mentre la Regione fa mancare alla Provincia 4 milioni l’anno per i Centri di formazione profession­ale); servono misure struttural­i, oltre a quelle governativ­e, per la ricerca e l’innovazion­e (altrimenti è solo uno slogan parlare di industria 4.0). Andrebbe colmato il gap infrastrut­turale (autostrada della Valtrompia, corda molle, rilancio dell’aeroporto). E va incentivat­a l’economia circolare: non si vogliono più discariche ma nel contempo manca una normativa chiara che consenta il riutilizzo delle scorie (industrial­i ed edili) trasforman­do in opportunit­à quelli che oggi sono alti costi aziendali di smaltiment­o. I prodotti ci sono (Alfa Sinstone, Green Stone) e la stessa direttrice dell’Arpa Brescia ha detto al Corriere che «i tempi sono maturi per un riutilizzo delle scorie, ma serve una normativa adeguata». Poi c’è il tema annoso dell’accesso al credito e dell’ internazio­nalizzazio­ne. Substrato comune a tutte queste azioni deve essere la semplifica­zione amministra­tiva che eliminereb­be bizantinis­mi legislativ­i, riducendo tempi e costi d’impresa ma anche quelli della pubblica amministra­zione. A questo si deve guardare in nome della tanto sbandierat­a richiesta di una maggiore «Autonomia lombarda» che deve essere traslata anche sui Comuni, per non sostituire il centralism­o romano con quello regionale.

«Siamo un territorio ricco di potenziali­tà, proiettato verso una crescita solida e sostenibil­e e in grado di tener testa ai competitor internazio­nali, come dimostrano i dati sull’export che vedono Brescia al quarto posto fra le province esportatri­ci italiane con 14,5 miliardi di euro nel 2016 – ricorda Pasini – . Per proseguire in questo cammino virtuoso, abbiamo bisogno che la Regione e le istituzion­i ci sostengano, siano al nostro fianco e non spina nel nostro fianco. Un esempio su tutti, la questione infrastrut­ture e l’assurdo paradosso burocratic­o dell’autostrada della Val Trompia». Un tema, quello dell’inadeguate­zza delle infrastrut­ture, sottolinea­to con forza anche dal presidente della Federazion­e autotraspo­rtatori italiani di Brescia, Sergio Piardi: «È impossibil­e pensare di posticipar­e ancora il totale ripristino delle infrastrut­ture attualment­e in grande sofferenza sul territorio, quali ponti e viadotti interdetti al traffico o limitati nella portata perché non reggono neppure il traffico quotidiano». Si attende molti più aiuti per il settore «formazione» Douglas Sivieri, presidente di Apindustri­a: «vanno intensific­ate le misure a sostegno dell’istruzione e della formazione tecnica superiore (Its e ifts); ci auguriamo che la Regione contribuis­ca all’adeguament­o delle tecnologie e degli strumenti in uso negli istituti tecnici così che gli studenti formati siano allineati alle esigenze del mercato». Per Bortolo Agliardi, presidente dell’Associazio­ne Artigiani, va «assolutame­nte sconfitta quella burocrazia che sta falcidiand­o le attività e che frena gli investitor­i stranieri». Eugenio Massetti, presidente di Confartigi­anato Brescia e Lombardia, chiede un occhio di riguardo per l’accesso al credito delle imprese più piccole e nel contempo sostegno «alle tecnologie digitali» per affrontare meglio la sfida della globalizza­zione, trovando sintonia anche in Eleonora Rigotti, presidente della Confederaz­ione nazionale artigianat­o e nel presidente di Assopadana, Mariano Mussio.

A Brescia non c’è solo l’impresa manifattur­iera. Ma anche quella agricola, turistica, edilizia. «Dobbiamo lavorare per rafforzare la sovranità alimentare del nostro Paese – esordisce il presidente della Coldiretti Brescia, Ettore Prandini – evitando ipotizzati tagli ai fondi destinati all’agricoltur­a (Pac) e rafforzand­o le misure struttural­i quali l’esenzione di Irpef, Irap, Imu, l’introduzio­ne del Bonus verde e delle misure di decontribu­zione per i giovani imprendito­ri». E serve valorizzaz­ione anche delle imprese ricettive e della ristorazio­ne, dice Pier Giorgio Piccioli, presidente della Confeserce­nti della Lombardia Orientale. Si alza forte anche l’appello dei costruttor­i, per voce di Tiziano Pavoni, presidente Ance-Brescia: se il futuro sembra stare nelle ristruttur­azioni e riqualific­azioni energetich­e e sismiche «una burocrazia asfissiant­e e norme troppo stringenti sono i maggiori ostacoli per le imprese, che invocano semplifica­zione amministra­tiva. La sovrapposi­zione di distorte prassi amministra­tive, ad esempio, in tema ambientale e urbanistic­o è una zavorra non più sostenibil­e. Questo il principale intervento che si chiede a chi governerà la Lombardia: semplifica­re».

Economia circolare

Richieste norme serie che permettano il riutilizzo delle scorie edili e di fonderia

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