Un fachiro in Crociera Quando l’arte contagia gli spazi storici
Un fachiro nella Crociera di San Luca, sculture di lana a palazzo Averoldi, trittici alti cinque metri al Mo.Ca.: per la dodicesima edizione di Meccaniche della meraviglia, la rassegna che inizia sabato, gli artisti contagiano i luoghi della storia.
Lana da materasso infeltrita e contorta in una trama scultorea sul pavimento di palazzo Averoldi. Trittici ciclopici e imbevuti di citazioni colte nella sala degli Scacchi del Mo.Ca. Facchini di 12 metri sdraiati su coni gelato, Buddha imbottiti di ansiolitici e monumenti ai cavalli tristi nella Crociera di San Luca. L’arte contemporanea ha contagiato la Storia: dopo aver profanato il Vittoriale, il Castello di Desenzano, fabbriche esauste e altre architetture sparse in provincia, Meccaniche della meraviglia, all’edizione numero dodici, inizia a tessere una relazione con la città. Albano Morandi, il deus ex machina, e il suo comitato scientifico — Elena Di Raddo, Ilaria Bignotti e Julia Reichelt — hanno arruolato tre artisti: il bresciano Gabriele Picco, alla sua prima mostra in città (è corteggiatissimo all’estero), la modenese Laura Renna e il cinese Ruben Pang hanno disseminato i loro lavori rispettivamente alla Crociera di San Luca, palazzo Averoldi e Mo.Ca. Nell’equilibrio precario tra un passato che intride di sé e di memorie sopite lo spazio e l’arte contemporanea non c’è conflitto: «Il luogo che lo ospita — dice Morandi — sta alla base dell’idea di ogni artista». Se Renna, come racconta Bignotti, «espone opere dell’ultimo decennio, come l’Ovale fatto di lana infeltrita e una cucitura di materiali fotografici che evocano una memoria personale e collettiva», Pang — artista-musicista figlio di uno sciamano — ha dipinto un trittico alto 5 metri. Picco, sedotto dai soffitti altissimi, ha trovato nella Crociera il luogo perfetto per farci sdraiare il suo Frank il fachiro (trascinato e montato dai ragazzi dell’asilo notturno Pampuri): «L’avevo disegnato vent’anni fa, per la mia prima personale — fa sapere —. Pensavo che non sarei mai riuscito a realizzarlo». Nelle altre stanze, tra crocifissi ironici e Buddha bucati come l’Emmenthal e imbottiti di ansiolitici, c’è il Monumento al cavallo triste: alla fine della mostra, lo regalerà alla città (bisogna ancora decidere dove piazzarlo, però). La vernice di Meccaniche è sabato (fino al 25 marzo) ma nelle prossime settimane ai tre spazi se ne aggiungerà un quarto, C.AR.M.E., nella sala dei Santi Filippo e Giacomo. «Per questa edizione — fa sapere il vicesindaco Laura Castelletti — abbiamo deciso di valorizzare i luoghi lungo l’asse di via Moretto, per connetterli alla Pinacoteca».