L’«Alba dell’eternità» secondo Severino
Convegno con 70 studiosi (fra cui il ministro Calenda) per i 60 anni de La struttura originaria
Brescia vestirà i panni di capitale della Filosofia, il 2 e 3 marzo prossimi, quando dedicherà al suo filosofo Emanuele Severino il convegno «All’Alba dell’eternità – I primi 60 anni de “La struttura originaria”».
L’evento — a un anno dalla nascita dell’Associazione di Studi Emanuele Severino (Ases) dedicata al filosofo — si declinerà in una sessione introduttiva aperta a tutti in Vanvitelliano, venerdì 2 marzo (registrazione dalle 8 alle 8.30) e in successive sessioni negli atenei cittadini, alle quali parteciperanno gli iscritti all’Associazione. La Leonessa ospiterà, in due giorni, più di 70 studiosi di fama nazionale e internazionale, tra cui il ministro Carlo Calenda, venerdì 2 alle 10 in Vanvitelliano con l’intervento «Tecnica e capitalismo», e il filosofo analitico Graham Priest, in diretto confronto con Severino sabato 3 alle 16 in Università (Contrada Santa Chiara). I
l convegno gode del patrocinio non solo del Comune, ma anche del Senato, della Presidenza del Consiglio e dell’Accademia dei Lincei, a sottolineare la portata del pensiero di Severino e quindi l’orgoglio con cui la sua città intende celebrarlo (http:// ases.psy.unipd.it). Lo evidenzia il presidente di Ases, Vin- cenzo Milanesi, con un’illuminante comparazione: «Se Giovanni Gentile è stato la punta di diamante della Filosofia italiana nella prima parte del XX secolo, Emanuele Severino lo è stato per la seconda parte, dalla pubblicazione nel 1958 della “Struttura originaria”, testo scritto a 29 anni. È qui che il nostro concittadino pone le fondamenta del suo edificio teoretico».
È ripartendo dal testo e dal legame stabile con la città che è stato pensato il convegno, ospitato nelle sedi istituzionali, Palazzo Loggia e le Università Statale e Cattolica, per volontà dell’Amministrazione, e del rettore Maurizio Tira e del prorettore Mario Taccolini. Per la prima volta Severino torna in Cattolica, dopo il processo chiuso nel ‘70 che sancì l’incompatibilità del suo pensiero con l’ateneo fondato da padre Gemelli. «La rottura viene così ricomposta in una logica del confronto, in cui la città si riconosce – spiegano Claudio Bragaglio e Paolo Barbieri, membri del direttivo di Ases –. Brescia, città profondamente cattolica che sa essere laica, si assume nei fatti la categoria della mediazione, senza però voler creare ibridi improponibili».
Nella luce di tale ratio,è possibile vedere il profilo del filosofo che, con le parole del sindaco Del Bono, «sa raggiungere una dimensione popolare dalle sue grandi vette interiori».