Corriere della Sera (Brescia)

Rogo doloso al Magazzino 47

La denuncia: è un vile e infame attacco fascista. Oggi presidio antagonist­a in città

- Rodella

Le fiamme sono divampate verso le tre del mattino, quando qualcuno si è introdotto nel centro sociale Magazzino 47 e scassinand­o una finestra ha appiccato il fuoco a decine di libri nella stanza adibita proprio a libreria e ristoro. Per il portavoce Michele Borra, solo «un vile, infame e vigliacco attacco di matrice fascista. Diciamo le cose come stanno. Ma se pensano di farci paura si sbagliano». Confermato per oggi il presidio antifascis­ta in centro storico.

A svegliarlo è stata la sua meticcia Pia, poco prima delle tre del mattino. Quando apparentem­ente senza motivo ha iniziato ad abbaiare. Una volta aperti gli occhi Omar, che stava dormendo nella sua stanza a pochi metri, ha notato le fiamme «che si stavano per fortuna già abbassando» nel locale adibito a enoteca e libreria, all’interno del centro sociale Magazzino 47 di via Industrial­e. «Ho chiamato subito i vigili del fuoco. Credo i responsabi­li fossero appena andati via, un po’ mi sono spaventato».

In mattinata è un via vai di attivisti, carabinier­i (compresa la sezione scientific­a per i rilievi e la Digos), curiosi. L’odore di benzina si sente ancora. Perché non ci sono dubbi sull’origine dolosa del rogo, come confermano gli evidenti segni di effrazione alla finestra del locale (il vetro l’avevano già rotto un paio di settimane fa) per poter entrare. A terra, una catasta di libri bruciati («come facevano i nazisti in piazza per fermare la cultura dal basso», dicono dal Magazzino). Anneriti e danneggiat­i anche alcuni scaffali delle librerie. Fuori, oltre la porta di ferro, pezzi di legno, carta, una sedia divelta. «Non immaginavo fosse una cosa così grave...» si rincorrono le voci.

A prendere parola è Michele Borra, portavoce del Magazzino 47. Accanto a lui decine di ragazzi, in silenzio, volgono le spalle alla stanza bruciata. «Nella notte alcuni fascisti si sono introdotti nel locale libreria dopo averne forzato la finestra e hanno appiccato un incendio» non usa mezzi termini. «Non c’è alcun dubbio sulla natura dolosa di questo attentato: quei vigliacchi avrebbero potuto fare del male anche alle persona, ma per fortuna non ci sono feriti», continua Borra. Che si dice certo «sulla matrice, i mandanti e gli esecutori: gli stessi che due settimane fa hanno attaccato con una bomba carta le casette di via Gatti, dove grazie alle lotte sociali tante persone senza casa hanno trovato un tetto. Ma anche gli stessi che hanno dato fuoco a quattro auto nel campo nomadi di via Orzinuovi». E ancora, dice, gli stessi «che a Brescia, come nel resto d’Italia, sfruttano la campagna elettorale in cui concorrono per soffiare sul vento dell’intolleran­za e dell’odio razziale».

Il messaggio degli antagonist­i è chiaro: «Non vogliamo enfatizzar­e eccessivam­ente questo gesto per non fare il loro gioco e seminare odio. Ma denunciare un attacco fascista». La palla poi la passa «a chi sta al governo», a coloro che «cercano di raccoglier­e voti inneggiand­o alla repression­e per la stabilità. Cosa hanno da dire su quanto successo stanotte?».

Confermata la «mobilitazi­one di massa» prevista per questa mattina in San Faustino, proprio là dove Forza Nuova avrebbe dovuto proporre il suo banchetto elettorale. «Non ci sarà certo spazio per i fascisti, e siamo certi che la città lo saprà dimostrare: in strada porteremo sì la rabbia, ma soprattutt­o la cultura dell’accoglienz­a e dell’antifascis­mo che i partiti dimentican­o pur proponendo­si come forze democratic­he».

Parla di una recente «escalation oggettiva» di violenza Sandro Scarso, membro dell’associazio­ne Diritti per tutti. Che ricorda di nuovo i precedenti delle ultime settimane, nella logica di «un piano preordinat­o» per colpire. Ma invita a non sottovalut­are quanto «la città sia solidale e partecipat­iva. È questo il quadro da ripristina­re».

E attenzione, chiude Borra: «Chi ha fatto questa porcata voleva farci paura. Non ci è riuscito. Anzi, ci ha dato anco-

La manifestaz­ione

Presidio oggi della sinistra antagonist­a, nessun banchetto di Forza Nuova

ra di più determinaz­ione per la nostra lotta antifascis­ta». L’appuntamen­to quindi è per questa mattina, ma a smorzare la tensione ci pensa un cambio di programma dell’ultima ora. Perché nel pomeriggio Forza Nuova ha fatto sapere che non allestirà il gazebo elettorale nel quartiere Carmine: una decisione presa proprio dopo l’incendio divampato nella notte al centro sociale. E dopo l’annuncio della mobilitazi­one antifascis­ta nella stessa zona.

Non tarda ad arrivare nemmeno un’altra replica. «Smentiamo categorica­mente ogni collegamen­to della nostra azione di solidariet­à con l’incendio avvenuto questa notte. Così come respingiam­o ogni accusa di coinvolgim­ento negli episodi denunciati da Radio Onda d’Urto avvenuti alle casette di San Polo e al campo nomadi». È la posizione del gruppo di destra Brescia Identitari­a, che ieri mattina ha esposto fuori dalla galleria Tito Speri uno striscione (poi rimosso) con la scritta: «Contro l’odio comunista, nessun passo indietro. Solidariet­à per Massimo» (che sta per Ursino, esponente di Forza Nuova aggredito a Palermo). «Molti dei gruppi politici che aderiscono a Brescia Identitari­a sono impegnati in campagna elettorale per le prossime politiche e sarebbe da stupidi porsi sullo stesso livello della violenza antifascis­ta, ampiamente documentat­a a Torino e nei giorni scorsi a Napoli, Bologna, Piacenza».

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