Il prefetto chiede rinforzi «Atto grave»
Misure straordinarie decise nel pomeriggio: «Più controlli anche alle sedi dei movimenti»
«Un gesto gravissimo che condanno fermamente» commenta il prefetto (e con lui il sindaco). Intensificati i controlli alle sedi dei movimenti di destra e di sinistra: oggi previsti i rinforzi per monitorare le mobilitazioni.
Oltre un’ora e mezza per predisporre le strategie e pianificare i servizi. Per parlare delle indagini in corso e condividere le preoccupazioni nel corso del Comitato per l’ordine e la sicurezza in realtà già in programma proprio alla luce delle mobilitazioni previste nelle prossime ore e che, inevitabilmente, si è concentrato su quanto accaduto nella notte al centro sociale.
Sono le 18.40 quando i rappresentanti di Comune, provincia, polizia locale e non da ultimo il questore («tutto a posto») lasciano la Prefettura. Ultimo ad andarsene il colonnello Luciano Magrini, comandante provinciale dei carabinieri, delegati delle indagini sul rogo al Magazzino 47: «Parlate con il prefetto». Detto, fatto. Le premesse: Forza Nuova, ma anche Fratelli d’Italia, hanno rinunciato ai banchetti elettorali previsti per oggi. «E per ora, in questura, non è arrivata alcuna comunicazione di una manifestazione organizzata dal Magazzino 47», dice il prefetto, Annunziato Vardè. Che sull’incendio subito commenta: «È un episodio gravissimo che condanniamo fermamente, perché la violenza deve essere bandita dal confronto politico e dalle dinamiche sociali. Il confronto sia democratico e civile». Condannare, quindi, ma anche «contrastare» («speriamo al più presto di fare luce e individuare i responsabili») e «prevenire».
L’appello del prefetto è chiarissimo. «Brescia, che vanta solide tradizioni democratiche, resti fuori da queste dinamiche», intese come «lo stillicidio a livello nazionale», da Macerata a Torino. «E possa il confronto politico e sociale stare all’interno dei confini della legalità».
Fino a qua la teoria. La pratica, invece, dice dei «servizi di controllo opportunamente pianificati e rinforzati. Al fianco delle forze di polizia, oggi, arriveranno uomini da fuori, affinché si eviti qualsiasi problema. Non saranno impreparati. Confido sulla responsabilità dei singoli, oltre che sulla competenza degli investigatori». Non solo. Nel mirino delle forze di polizia ci sono anche le sedi dei movimenti politici, «di destra come di sinistra», che «già dalla notte sono sotto controllo, dalle pattuglie in servizio».
I portavoce del Magazzino 47 sono convinti che dietro l’attacco al centro sociale ci sia la stessa mano di chi ha colpito al campo nomadi e alle casette di via Gatti. «E allora li inviterei a collaborare con le forze dell’ordine che stanno indagando. Perché se hanno elementi utili a rintracciare i responsabili lo dicano agli inquirenti. Nessuna ipotesi è esclusa». Perché «occorre far luce e chiarezza al più presto». Nonostante per il prefetto si tratti di episodi «a margine» della campagna elettorale («fino ad ora tranquilla») che «in un certo senso ricordano gli anni Settanta» ma che «non si inquadrano in una dialettica, appunto, elettorale. Escludiamo tra i responsabili ci siano candidati».
«Un gesto inaccettabile, che condanno con fermezza» fa eco al prefetto anche il sindaco, Emilio Del Bono. «Sono certo che le forze dell’ordine sapranno individuare i responsabili, i quali saranno chiamati a rispondere davanti alla legge». Poi un invito, rivolto a tutti: quello «a mantenere il confronto democratico che da tempo caratterizza la nostra città. Brescia, come sempre ha saputo fare, deve rifiutare derive che possono solo ledere la convivenza sociale e respingere i tentativi di chi sta cercando di innescare una spirale di violenza».
Del Bono
Brescia come sempre ha saputo fare deve rifiutare derive che possono ledere la convivenza sociale
Un gesto inaccettabile che condanno con fermezza, certo che le forze dell’ordine sapranno individuare i colpevoli
Vardé Intensificati i servizi su tutti gli obiettivi sensibili. La violenza deve essere bandita dal confronto politico e sociale
È un episodio peculiare che non si inserisce nella dialettica elettorale: escludiamo i candidati come responsabili