Caso Ubi, la giornata del presidente Polotti
L’avvocato di Polotti: «Incontri legittimi, il pm pesca le accuse da Google»
Ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari Ilaria Sanesi del tribunale di Bergamo, si è svolta un’altra giornata dedicata alle difese dei trenta imputati (più l’istituto di credito stesso) del caso Ubi. Spazio soprattutto alle difese dei vertici bresciani della banca. Paolo Tosoni, avvocato difensore di Franco Polotti, ex presidente del consiglio di gestione di Ubi ha ribadito quanto sostenuto fin qui anche dagli altri difensori: «Quello che gli viene contestato non si può considerare un patto parasociale, ma era un atto fondativo e programmatico del tutto in regola. Gli incontri non erano segreti: era tutto legittimo».
BERGAMO Parlano di incontri legittimi, sottolineano procedure corrette, chiedono il non luogo a procedere. Insomma, non c’è stato niente di irregolare nella condotta di alcuni dei vertici di Ubi di cui si è discusso ieri in tribunale nel corso di una giornata del processo dedicata soprattutto ai bresciani. Posizioni riassumibili nelle parole di Giorgio Gallico, difensore del segretario di Abpl Italo Folonari: «La sua è stata una condotta legittima e rispettosa del suo ruolo». Folonari è accusato di illecita interferenza sull’assemblea del 2013, come anche Franco Polotti, ex presidente del consiglio di gestione di Ubi: «Quello che gli viene contestato — è stata la tesi del suo difensore Paolo Tosoni — non si può considerare un patto parasociale, ma era un atto fondativo e programmatico del tutto in regola».
Secondo l’avvocato perfino le intercettazioni confermano la sua tesi: «Le registrazioni mostrano che si trattava di occasioni legittime e non funzionali a gestire la banca dall’esterno. Così come evidenziano degli screzi fra le due anime di Ubi, e questo conferma che non c’erano accordi. Tanto è vero che sono poi servite decine di riunioni dei Comitati di gestione e di sorveglianza per confrontarsi e delineare le strategie».
Il legale se l’è presa con lo stesso pm Fabio Pelosi: «Mi sento in dovere di difendere l’onorabilità di Polotti dalle gratuite e offensive affermazioni del pubblico ministero. Il mio cliente non è stato “accompagnato fuori dalla banca”, com’è stato detto, ma quella di andarsene è stata una sua decisione. Il pm dice cose poco lusinghiere pescate da Google, e suggestioni come quelle sono un segnale di debolezza delle contestazioni».
Ostacolo all’esercizio dell’autorità di vigilanza è l’accusa per l’ex presidente di Confiab Angelo Ondei, difeso da Angelo Capelli e Maria Laura Andreucci: «Chiediamo il non luogo a procedere — hanno detto i difensori — perché crediamo che l’attività condotta dai soggetti interessati da quell’assemblea non abbia caratteristiche illecite perché conforme allo stato della società. Si tratta di una società cooperativa che ha per sua natura una struttura che coinvolge un numero importante di persone. Ad essere state accusate di reati di questo genere sono in genere srl e spa con compagini molto piccole. Ubi è una società cooperativa a larghissima base, la cui natura è strutturata per la forma dell’elezione degli organi societari più vicina a dare interesse ai soci. E quindi fare campagna elettorale per organizzare l’assemblea non è illecito ma confacente alla natura di questa società».