Chi sostiene l’Autonomia
Mercoledì a Palazzo Chigi la firma dell’accordo con il governo assieme a Veneto ed Emilia Maroni: si apre una pagina nuova Dalla salute a lavoro e università: cinque competenze e più risorse
«Si apre una pagina nuova per l’Italia, per le autonomie e per il regionalismo». Roberto Maroni sceglie la passerella d’addio per dare l’annuncio: mercoledì sarà a Palazzo Chigi a firmare la pre-intesa sull’Autonomia, il documento che dovrà poi essere ratificato dal prossimo Parlamento ma che segna comunque un passaggio decisivo nel lungo percorso federalista. Il governatore leghista è intervistato dal direttore del Foglio Claudio Cerasa, davanti a una platea d’imprenditori, amministratori e professionisti. È il giro di campo, il bilancio di cinque anni a Palazzo Lombardia. Parla Carlo Sangalli, il grande capo dei commercianti e Michela Moioli, fresca di trionfo alle Olimpiadi coreane. Il messaggio è chiarissimo: la Lombardia che vince e quella che produce rendono omaggio al presidente uscente e ai suoi cinque anni di amministrazione. La ciliegina arriverà però solo mercoledì, con la sottoscrizione, insieme a Emilia e Veneto, del documento sull’Autonomia differenziata. Tre Regi oni e due modi per arrivare al medesimo risultato: le leghiste Lombardia e Veneto attraverso un referendum consultivo, l’Emilia a guida pd mediante trattativa istituzionale. I contenuti dell’accordo rimangono comunque quelli già descritti. Le Regioni otterranno in dote la gestione di solo cinque nuove materie rispetto alle 14 inizialmente chieste da Maroni. Il cuore della riforma si concentra però intorno al tema delle ripartizioni finanziarie. La bozza dice che sarà una commissione paritetica StatoRegione a determinare le modalità di assegnazione delle risorse, sulla base però di tre principi cardini: «la compartecipazione al gettito di uno o più tributi erariali maturati sul territorio»; «la spesa sostenuta dalla Stato nella Regione»; «i fabbisogni standard». Esulta Maroni: «Si cambia il sistema. Maggiori risorse per la Regione. Il fattore rivoluzionario è costituito dai costi standard, una storica battaglia della Lega che adesso viene messa nero su bianco, e che ci farà superare il criterio della spesa storica».
Cinque sono invece le materie sulle quali la Regione avrà più poteri: politiche del lavoro, istruzione, salute, tutela ambientale, rapporti con l’Ue». «La Lombardia è “nata per correre” — conclude Maroni— e chiunque arriverà dopo di me saprà portare avanti questa eccellenza». «Anche se non sarà facile», aggiunge con un sorriso compiaciuto.