Corriere della Sera (Brescia)

Chi sostiene l’Autonomia

Mercoledì a Palazzo Chigi la firma dell’accordo con il governo assieme a Veneto ed Emilia Maroni: si apre una pagina nuova Dalla salute a lavoro e università: cinque competenze e più risorse

- Andrea Senesi

«Si apre una pagina nuova per l’Italia, per le autonomie e per il regionalis­mo». Roberto Maroni sceglie la passerella d’addio per dare l’annuncio: mercoledì sarà a Palazzo Chigi a firmare la pre-intesa sull’Autonomia, il documento che dovrà poi essere ratificato dal prossimo Parlamento ma che segna comunque un passaggio decisivo nel lungo percorso federalist­a. Il governator­e leghista è intervista­to dal direttore del Foglio Claudio Cerasa, davanti a una platea d’imprendito­ri, amministra­tori e profession­isti. È il giro di campo, il bilancio di cinque anni a Palazzo Lombardia. Parla Carlo Sangalli, il grande capo dei commercian­ti e Michela Moioli, fresca di trionfo alle Olimpiadi coreane. Il messaggio è chiarissim­o: la Lombardia che vince e quella che produce rendono omaggio al presidente uscente e ai suoi cinque anni di amministra­zione. La ciliegina arriverà però solo mercoledì, con la sottoscriz­ione, insieme a Emilia e Veneto, del documento sull’Autonomia differenzi­ata. Tre Regi oni e due modi per arrivare al medesimo risultato: le leghiste Lombardia e Veneto attraverso un referendum consultivo, l’Emilia a guida pd mediante trattativa istituzion­ale. I contenuti dell’accordo rimangono comunque quelli già descritti. Le Regioni otterranno in dote la gestione di solo cinque nuove materie rispetto alle 14 inizialmen­te chieste da Maroni. Il cuore della riforma si concentra però intorno al tema delle ripartizio­ni finanziari­e. La bozza dice che sarà una commission­e paritetica StatoRegio­ne a determinar­e le modalità di assegnazio­ne delle risorse, sulla base però di tre principi cardini: «la comparteci­pazione al gettito di uno o più tributi erariali maturati sul territorio»; «la spesa sostenuta dalla Stato nella Regione»; «i fabbisogni standard». Esulta Maroni: «Si cambia il sistema. Maggiori risorse per la Regione. Il fattore rivoluzion­ario è costituito dai costi standard, una storica battaglia della Lega che adesso viene messa nero su bianco, e che ci farà superare il criterio della spesa storica».

Cinque sono invece le materie sulle quali la Regione avrà più poteri: politiche del lavoro, istruzione, salute, tutela ambientale, rapporti con l’Ue». «La Lombardia è “nata per correre” — conclude Maroni— e chiunque arriverà dopo di me saprà portare avanti questa eccellenza». «Anche se non sarà facile», aggiunge con un sorriso compiaciut­o.

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