Pepper, il robot commesso che vende calze
In prova al Leone, vende calzini griffati 1177 e parla tre lingue
Selvatico e chic, il nuovo maschio non teme di maltrattare le sue giacche durante un viaggio di lavoro, ha una certa insofferenza verso i completi inamidati e compra calzini tecno-glam (sdoganati anche dalla moda più oltranzista per le signore) da Pepper, il commesso robot: per due giorni, l’umanoide ha fatto il commesso in prova al Leone shopping center di Lonato del Garda, suggerendo a una folla isterica per il nuovo giocattolo fantasie e modelli griffati 1177, il brand di Calze Ileana.
In un supermercato di Edimburgo, dove era assunto a tempo determinato, l’hanno licenziato dopo una settimana: era un perfetto imbecille. Dava il cinque ai clienti, chiedeva di essere abbracciato e rispondeva con frasi spocchiose (per esempio: dove trovo la birra? Risposta cibernetica: «Nel reparto alcolici»). «Anzitutto avevano sbagliato modello: avevano scelto la versione education e non quella business. Perdoni il termine ma sono stati arroganti: l’hanno programmato nel modo sbagliato» dice Luca Bondioli, amministratore delegato di 1177 — brand brescianissimo (è di Carpenedolo) — mentre striscia la carta e compra un paio di calzini su consiglio di Pepper. Al Leone, e in ogni centro commerciale o negozio in cui sarà assunto dal marchio — ne prevedono 50 entro due anni —, il commesso-robot è abbinato a una smart vending machine, una specie di distributore automatico di calzini chic che resistono a 20 gradi sotto zero e imbottigliati come lattine. Pepper è molto educato: saluta con un «Ciao» e inizia lo sproloquio. «Prima di tutto dimmi per chi vuoi comprare le calze». Ancora: «Tocca la fantasia che preferisci». Nel dettaglio: «Ora scegli la taglia». Oppure: «Ottima scelta!». Infine: «Ti auguro buona giornata!». Il cliente paga e dal distributore esce il pacchetto pret-à-porter. Pepper è un dipendente modello: può lavorare per 12 ore di fila, parla 20 lingue senza problemi (ma qui l’hanno programmato per tre) è attaccato al Wi-Fi e lo offre ai clienti. Specificano i suoi padroni che non sostituirà i commessi umani: «Questo è un esperimento di vendita 4.0: per il progetto, abbiamo assunto tre professionisti. Prima di testarlo, ci siamo confrontati e abbiamo chiesto un parere a 20 milioni di persone. Stiamo dando futuro a un settore, quello della calza, particolarmente in crisi» dice Bondioli.
Pepper è stato creato da SoftBank, società giapponese, ma a dargli un’anima è la digital platform company Softec. «Sa riconoscere se l’utente è maschio o femmina, e decifra le emozioni attraverso la lettura della mimica facciale: distingue tra molto felice, abbastanza felice, poco felice» fa sapere Mattia Stabile, di Softec. «È la prima volta che il robot lavora nel fashion abbinato a una vending machine».
Pepper potrebbe essere assunto ovunque (in Giappone lo usano anche in casa ma non fa la colf): «In ospedale, per esempio, potrebbe consigliare le terapie». Non sostituirà i colleghi umani: «Anzi, li aiuta. Dal momento che può parlare per 12 ore di fila in 20 lingue, potrà aiutarli nei corsi di formazione». Sul licenziamento a Edimburgo: «Stiamo lavorando a un progetto per farlo riassumere».
Il costo di Pepper non è democratico: dai 17 ai 20 mila euro, ovviamente esclusa la programmazione.