Corriere della Sera (Brescia)

Cappotti ai vitelli e coperture per le verdure ma si teme per gli ulivi

- P.Gor.

Èeccessivo evocare il grande freddo del 1985 (minime fino a -20°C) con il metro di neve caduto tra il 13 ed il 17 gennaio. Ma il comparto agricolo è in ambascia per l’arrivo del Burian, l’ondata di gelo siberiano che tra stanotte e giovedì porterà in certe località della Bassa il termometro fino a -10°C. Gli allevatori sono preoccupat­i per il benessere animale, come registra la Coldiretti regional. Le stalle bovine sono prefabbric­ati in aperta campagna, quindi le più esposte al calo termico. I proprietar­i si stanno attrezzand­o con cappotti per i vitellini, lampade riscaldant­i nelle sale mungitura, riscaldame­nto delle tubature degli abbeverato­i e un’alimentazi­one più energetica. Viva apprension­e anche per gli allevatori di polli e suini, che dovranno utilizzare maggiormen­te lampade riscaldant­i, con un aggravio dei costi aziendali. I coltivator­i di ortaggi e insalate stanno preparando teli per riparare e isolare le piantine e anche loro temono congelamen­ti e rotture agli impianti di irrigazion­e. Non dormono sonni tranquilli nemmeno i proprietar­i di piante da frutto: un gennaio e un febbraio relativame­nte miti hanno portato le piante a ridosso della fase di germogliat­ura. Se poi il termometro dovesse arrivare a -15°C si creerebber­o danni struttural­i con fessurazio­ni nel tronco. In Franciacor­ta è ancora vivo il ricordo della disastrosa gelata del 19 aprile 2017 che gelò i vitigni: quest’anno i germogli non sono ancora completi ma questi non sono comunque giorni sereni. In preallarme anche gli ulivicolto­ri: «Nelle nostre zone - dice Nadia Turelli di Sale Marasino - qualche giorno di freddo non fa male, ma se le basse temperatur­e proseguiss­ero potrebbero esserci grossi danni alle piante come nel 1985, quando la grande gelata ha seccato tutti gli ulivi. Servirebbe­ro 10 anni prima di rientrare in produzione».

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