«Estremismo creativo sì Ma mai l’uso di violenza»
«La questione non è se saremo estremisti ma che tipo di estremisti saremo. La nazione e il mondo hanno un disperato bisogno di estremisti creativi. (M. L. King). Incendiare il Magazzino 47 a Brescia e usare la violenza per proporsi a Torino è estremismo distruttivo. Non è la mia casa». Parola (su facebook) di don Fabio Corazzina, 58 anni, prete di base spesso sulla scena per le sue prese di posizione. Quando ha saputo dell’attentato incendiario, si è immediatamente recato al centro sociale per esprimere la propria solidarietà. «Una cosa grave, e poi proprio la libreria: quando sono arrivato è stato come un flash: mi è venuta in mente la biblioteca di Sarajevo e i libri bruciati». Poi ha postato quella frase, richiamando anche gli scontri tra polizia e centri sociali in concomitanza con un comizio dei neofascisti di CasaPound.
Don Fabio mette sullo stesso piano estremisti di destra e centri sociali?
«No, niente di tutto questo, sia chiaro. Non entro nel merito dei contenuti, ma del metodo. Io stigmatizzo il metodo, che è anche contenuto. la violenza è distruttiva».
L’estremismo creativo citato da Martin Luther king qual è?
«Proprio in questi giorni, per alcuni lavori di catechesi, sto rileggendo alcuni suoi libri e questa frase mi ha colpito. Estremista creativo è colui che non fa sconti su rispetto della dignità, della libertà, della partecipazione, che non mitiga e non rende tiepidi questi concetti. Il metodo violento è invece quello che cancella, è mortifero e non generativo. Il più estremista di tutti è stato Gesù, ma era un non violento».
La preoccupano gli ultimi episodi? C’è già chi evoca gli anni di piombo...
«Ecco, gli anni di piombo e i cattivi maestri lasciamoli dov’erano. No, non mi spaventano questi episodi, mi preoccupa invece l’ignoranza di questa stagione: serve un grande lavoro pedagogico». Anche tra chi fa politica?
«Non so quanto sia vero, ma ho letto di un’indagine secondo la quale due candidati su tre hanno usato un linguaggio aggressivo in questa campagna elettorale. ecco, io credo che volgarità, violenza del linguaggio, non rispetto della verità stiano contribuendo da tempo ad imbarbarire il nostro mondo. Siamo sempre meno riflessivi e meno accoglienti».
Un augurio per il voto?
«Che le persone abbiano un orizzonte comune, che l’astensionismo sia inferiore alle attese e si dimostri la voglia di partecipazione anche attraverso il voto. Che chi sarà eletto provi a realizzare il sogno costituzionale, che sul piano spirituale ognuno faccia riferimento ai propri riferimenti religiosi».