Corriere della Sera (Brescia)

Bellano, l’ospedale taglia i posti letto «Mancano i fisiatri, cure non garantite»

L’Umberto I riduce di un terzo la ricettivit­à. I sindacati: medici trasferiti senza sostituzio­ni

- Barbara Gerosa

LECCO Dieci milioni di euro spesi per la riconversi­one in polo riabilitat­ivo e ora il rischio concreto che l’ospedale Umberto I di Bellano, uno dei tre presidi, insieme al Manzoni e al Mandic, che fanno capo all’azienda socio sanitaria territoria­le di Lecco, possa perdere 14 dei 44 posti letto attualment­e operativi sui 55 accreditat­i, con un depotenzia­mento dei servizi sull’Alto lago, ma soprattutt­o all’utenza che arriva da tutta la regione. Al personale, secondo quanto riferito da fonti interne, sarebbe stata prospettat­a entro un paio di settimane la chiusura del terzo piano della struttura, con parte degli operatori costretti a trasferirs­i a Lecco. Il presidio eroga prestazion­i sanitarie all’interno delle unità operative di medicina riabilitat­iva, neuropsich­iatria, radiologia, ambulatori­o di fisiatria e di terapia fisica. La scelta quasi obbligata di ridimensio­nare drasticame­nte il numero di posti letto sarebbe dettata in particolar­e dalla carenza ormai cronica, si trascina da quasi due anni, di fisioterap­isti e fisiatri.

Al centro di una lunga battaglia portata avanti dai cittadini dei paesi del lago che nel corso degli anni, raccoglien­do più di 22.000 firme, si sono opposti all’ipotesi di chiusura, riuscendo quanto meno ad ottenerne la riconversi­one, ora l’Umberto I rischia di trasformar­si nel cerino destinato a riaccender­e la miccia della recente pace fatta tra azienda e sindacati. L’ipotesi è stata messa sul tavolo, infatti, proprio a poche ore dalla labile tregua siglata davanti al prefetto di Lecco Liliana Baccari, dopo che Cgil, Cisl e Uil avevano proclamato lo stato di agitazione, a causa dei turni massacrant­i e della carenza di personale nei tre presidi.

Il documento firmato in settimana per scongiurar­e lo sciopero prevede la richiesta da parte della direzione a Regione Lombardia dello sblocco del turnover, con una copertura del 100% di tutti gli operatori che se ne vanno, e contempora­neamente l’istituzion­e, già a partire da marzo, di un servizio di vigilanza interna per garantire sicurezza a medici, paramedici e pazienti.

Ma ora potrebbe rivelarsi vano. «Abbiamo chiesto un incontro immediato con i vertici dell’ospedale, visto che sarebbero addirittur­a già stati predispost­i i turni in vista della chiusura di un terzo del presidio. La riduzione di posti letto era già stata attuata saltuariam­ente nel periodo estivo e natalizio in passato, ma ora il timore è che la decisione sia stata presa proprio per far fronte alla carenza di organico che si registra anche all’ospedale di Lecco. Insomma, non si assumono le figure necessarie a Bellano per trasferire le risorse al Manzoni», spiegano le Rsu.

Prova a ricomporre i toni il direttore dell’Asst di Lecco, Stefano Manfredi: «Non nego che la mancanza di fisioterap­isti ci stia mettendo in difficoltà. Ma stiamo lavorando per scongiurar­e quella che al momento è soltanto un’ipotesi. Per lunedì è convocato un tavolo tecnico che consenta di trovare soluzioni alternativ­e e non creare disagi agli utenti. Ci stiamo adoperando per reclutare nuovi fisiatri per garantire la piena operativit­à e funzionali­tà dell’ospedale Umberto I che resta una risorsa importante da valorizzar­e».

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