Bellano, l’ospedale taglia i posti letto «Mancano i fisiatri, cure non garantite»
L’Umberto I riduce di un terzo la ricettività. I sindacati: medici trasferiti senza sostituzioni
LECCO Dieci milioni di euro spesi per la riconversione in polo riabilitativo e ora il rischio concreto che l’ospedale Umberto I di Bellano, uno dei tre presidi, insieme al Manzoni e al Mandic, che fanno capo all’azienda socio sanitaria territoriale di Lecco, possa perdere 14 dei 44 posti letto attualmente operativi sui 55 accreditati, con un depotenziamento dei servizi sull’Alto lago, ma soprattutto all’utenza che arriva da tutta la regione. Al personale, secondo quanto riferito da fonti interne, sarebbe stata prospettata entro un paio di settimane la chiusura del terzo piano della struttura, con parte degli operatori costretti a trasferirsi a Lecco. Il presidio eroga prestazioni sanitarie all’interno delle unità operative di medicina riabilitativa, neuropsichiatria, radiologia, ambulatorio di fisiatria e di terapia fisica. La scelta quasi obbligata di ridimensionare drasticamente il numero di posti letto sarebbe dettata in particolare dalla carenza ormai cronica, si trascina da quasi due anni, di fisioterapisti e fisiatri.
Al centro di una lunga battaglia portata avanti dai cittadini dei paesi del lago che nel corso degli anni, raccogliendo più di 22.000 firme, si sono opposti all’ipotesi di chiusura, riuscendo quanto meno ad ottenerne la riconversione, ora l’Umberto I rischia di trasformarsi nel cerino destinato a riaccendere la miccia della recente pace fatta tra azienda e sindacati. L’ipotesi è stata messa sul tavolo, infatti, proprio a poche ore dalla labile tregua siglata davanti al prefetto di Lecco Liliana Baccari, dopo che Cgil, Cisl e Uil avevano proclamato lo stato di agitazione, a causa dei turni massacranti e della carenza di personale nei tre presidi.
Il documento firmato in settimana per scongiurare lo sciopero prevede la richiesta da parte della direzione a Regione Lombardia dello sblocco del turnover, con una copertura del 100% di tutti gli operatori che se ne vanno, e contemporaneamente l’istituzione, già a partire da marzo, di un servizio di vigilanza interna per garantire sicurezza a medici, paramedici e pazienti.
Ma ora potrebbe rivelarsi vano. «Abbiamo chiesto un incontro immediato con i vertici dell’ospedale, visto che sarebbero addirittura già stati predisposti i turni in vista della chiusura di un terzo del presidio. La riduzione di posti letto era già stata attuata saltuariamente nel periodo estivo e natalizio in passato, ma ora il timore è che la decisione sia stata presa proprio per far fronte alla carenza di organico che si registra anche all’ospedale di Lecco. Insomma, non si assumono le figure necessarie a Bellano per trasferire le risorse al Manzoni», spiegano le Rsu.
Prova a ricomporre i toni il direttore dell’Asst di Lecco, Stefano Manfredi: «Non nego che la mancanza di fisioterapisti ci stia mettendo in difficoltà. Ma stiamo lavorando per scongiurare quella che al momento è soltanto un’ipotesi. Per lunedì è convocato un tavolo tecnico che consenta di trovare soluzioni alternative e non creare disagi agli utenti. Ci stiamo adoperando per reclutare nuovi fisiatri per garantire la piena operatività e funzionalità dell’ospedale Umberto I che resta una risorsa importante da valorizzare».