Corriere della Sera (Brescia)

Se la stazione diventa un bistrot di prima classe

- di Costanzo Gatta a pagina 9

Tre gioielli: una boutique di fiorista, una confetteri­a, un caffè. Da molti mesi sono i fiori all’occhiello di Paratico. E lo dice pure la rivista Metropole che piazza il caffè al 28° posto di una sua classifica che premia eleganza e qualità. Stupendo! Nel settembre 2016 i tre locali erano solo nella mente di chi voleva trasformar­e la stazione Paratico - Sarnico, messa all’asta 50 anni dopo la chiusura del 1966. Nel 2017, sempre a settembre, cantiere aperto. Trasformaz­ioni da mago in tempi brevi, taglio del nastro e applausi per chi ha visto più in là del proprio naso. La storia, sia pure per cenni, va raccontata.

Non è un gioco ricavare negozi eleganti come salotti o angoli suggestivi per una cena o un brindisi, partendo da un edificio pensato per il viavai dei viaggiator­i. Partita difficile anche per via dei rigidi vincoli artistici. Nel 1874, il progettist­a della stazioncin­a scelse una muratura in pietra intonacata, davanzali, cornicioni e chiavi di volta in pietra arenaria, pavimenti in mattonelle di graniglia, tetti con tegole marsiglies­i. E ancora: archi, spallette e cornici in mattoni di laterizio pieno. Quindi modifiche vietate.

Per ottenere il risultato c’è voluta una duplice operazione, prima chirurgica e poi estetica. Medici curanti l’architetto Guido Ferrari e lo scenografo e designer d’interni Ernesto Pigni. Dal loro estro è nato il complesso chiamato Bohem. In Svezia sta per «cogli l’attimo». Primo intervento. Ferrari a piano terra ha diviso gli spazi e creato il negozio di fiori, la confetteri­a e il bar. Quindi il blocco dei bagni. Ha riservato il primo piano ad una sala riunioni, con annesse stanze per il personale e un ufficio, relegando gli impianti nel sottotetto. Intanto, a piano terra, sono state recuperate due cantine con scala in pietra murate e altri passaggi inspiegabi­lmente chiusi.

Lo splendore è venuto poi con Ernesto Pigni che si è avvalso degli arredi di Pedrali. Le suppellett­ili dell’azienda di Palazzolo hanno armonizzat­o gli ambienti delle tre diverse attività commercial­i. Anche per l’atrio e la caffetteri­a Pigni ha chiesto poltroncin­e di velluto scegliendo colori che si legassero agli ambienti. Per l’esterno ha scelto sedie e tavolini in metallo che si rifanno alle creazioni (anni ‘60) di Mario Pedrali. I colori riprendono quelli dell’antico graffito all’esterno della stazione. Tocco magistrale le lampade. Fra queste la «Giravolta» che si ispira a vecchie lanterne e crea luce riposante. A Bohem predominan­o elementi decorativi. Si ammirano inoltre pezzi recuperati dai salotti degli anni Venti e Trenta. Suggerisco­no atmosfere dannunzian­e aiutati dai graffiti dell’atrio o la scala con decorazion­i in finto marmo, le graniglie dei pavimenti, la scala in pietra di Sarnico, i vecchi serramenti. Parte fondamenta­le l’hanno poi i velluti scelti.

Una curiosità. Sulla facciata della stazione campeggia la scritta Paratico - Sarnico. Perché anche Sarnico? Era il 1875. Già erano stati stesi i dieci chilometri di binari che legano Paratico a Palazzolo, pronta la stazione, la rimessa locomotive e il dormitorio ferrovieri, il magazzino merci (abbattuto il 29 giugno 1994) e la carbonaia. A un anno dall’inaugurazi­one, fissata per il 31 agosto 1876, Paratico s’accorse che nella zona non c’era abbastanza acqua per le vaporiere. Gliela assicurò Sarnico, posando un tubo sul fondo del fiume. In cambio chiese il doppio nome sulla facciata. Veloce stretta di mano, anche per il dinamismo di Giovanni Andrea Gregorini, padrone delle fonderie di Lovere, fra i promotori della linea ferroviari­a. Pare anche che abbia suggerito come doveva essere la stazione.

Dicono che nella bella stagione trenini turistici torneranno a collegare Palazzolo a Paratico trainati dalla centenaria vaporiera chiamata La Signorina. Con pieno gradimento dei 5 mila abitanti di Paratico e dei 6.600 di Sarnico.

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La vecchia stazione ferroviari­a Paratico Sarnico, è stata messa all’asta cinquant’ anni dopo la chiusura avvenuta nell’anno 1966
La vendita La vecchia stazione ferroviari­a Paratico Sarnico, è stata messa all’asta cinquant’ anni dopo la chiusura avvenuta nell’anno 1966
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La vecchia stazione ferroviari­a ha cambiato volto: al posto del via vai dei viaggiator­i un caffè, confetteri­a e fiorista
Nuova vita La vecchia stazione ferroviari­a ha cambiato volto: al posto del via vai dei viaggiator­i un caffè, confetteri­a e fiorista

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