Corriere della Sera (Brescia)

I concittadi­ni: «Ha favorito i locali così i lavori erano fatti presto e bene»

Non c’è giustifica­zione, ma comprensio­ne per il comportame­nto

- di Giuseppe Arrighetti

Sciarpe che si alzano a coprire il viso, berrette e cappelli calati sugli occhi, zero voglia di parlare. A Malonno l’aria gelida portata dal vento siberiano buran offre la giusta scusa per scappare veloci dal cronista: nessuno si ferma a commentare gli arresti che hanno portato in carcere l’ex sindaco Stefano Gelmi e messo nei guai un’altra decina di persone fra imprendito­ri e funzionari pubblici. Corruzione e turbativa d’asta sono le accuse su cui si basa l’inchiesta della Procura di Brescia che sta scuotendo la valle Camonica, appalti pilotati per spartirsi gli affari senza interferen­ze esterne. Ecco, a taccuini chiusi il ragionamen­to che si fa nei bar o nella piazza davanti al municipio è proprio questo: se l’ex sindaco ha sbagliato è proprio per aver volutangen­topoli to favorire imprese locali «quelle di casa nostra». Nessuna giustifica­zione, ma comprensio­ne sì: «Magari non ha rispettato tutte le procedure della legge sugli appalti pubblici – è la sintesi del pensiero camuno di fronte a questa dai confini ristretti – ma i lavori si facevano alla svelta e bene». Un pensiero che poco ha a che fare con la trasparenz­a amministra­tiva e la legalità.

C’è però chi si interroga sui risvolti giudiziari dell’inchiesta: a dicembre l’ex sindaco Gelmi si era dimesso sperando, in questo modo, di non finire in carcere. «Perché adesso è stato arrestato? Cosa è cambiato in questi due mesi?». La risposta starebbe nell’attività profession­ale di Gelmi, titolare di uno studio tecnico associato che ha partecipat­o a gare pubbliche in altri comuni della Vallecamon­ica: c’era quindi il rischio concreto di reiterazio­ne del reato.Sul profilo Facebook dell’ex sindaco a dicembre erano apparsi diversi messaggi di solidariet­à; ieri la bacheca è rimasta vuota, aggiornata solo domenica sera dallo stesso Gelmi con un post a sostegno della campagna elettorale di Mauro Parolini. A prendere parola ufficialme­nte ieri è stato solo Luca Masneri, sindaco di Edolo, in qualità di presidente dell’unione dei comuni delle Alpi Orobie Bresciane, a cui Malonno fa capo. Ha evidenziat­o lo «stupore» con cui l’ente è venuto a conoscenza dei clamorosi sviluppi dell’inchiesta, ma ha anche ricordato che a fine anno «quando è scaduto l’incarico dei due tecnici, l’Unione non glielo ha rinnovato. Questo non esprimendo un giudizio di merito sulla vicenda, ma per una questione di opportunit­à».

I rischi Contitolar­e in uno studio tecnico aveva partecipat­o a gare in altri paesi della valle

 ??  ?? L’ex sindaco di Malonno Per Stefano Gelmi la procura ha chiesto e ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere (LaPresse/Cavicchi)
L’ex sindaco di Malonno Per Stefano Gelmi la procura ha chiesto e ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere (LaPresse/Cavicchi)

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