Delitto Bugna Ora della verità per Lorandi
Oggi in Corte d’appello a Venezia l’udienza per la revisione del processo per l’omicidio della moglie
L’ora della verità inizia alle nove in punto. Quando in Corte d’appello a Venezia (competente per le sentenze bresciane) è fissata l’udienza per la revisione del processo che in Cassazione ha confermato l’ergastolo a Bruno Lorandi per l’omicidio della moglie, Clara Bugna, uccisa il 10 febbraio del 2007 nel loro appartamento di Nuvolera.
Le indagini del nuovo difensore, l’avvocato Gabriele Magno, sono durate più di tre anni. E i nuovi elementi probatori raccolti («era tutto lì, nel fascicolo delle indagini, bastava guardare») hanno già passato il vaglio della valutazione preliminare, sempre in Corte a Venezia. Adesso bisogna entrare nel merito. Di quella pista alternativa presentata dal legale nella più profonda convinzione dell’innocenza di Bruno Lorandi: «Non ha ucciso lui Clara. E ora sappiamo chi è stato» disse nei mesi scorsi. «Conosceva il suo assassino, lo conosceva bene. Per questo non ha avuto difficoltà ad entrare in casa quella mattina». I dettagli, ovviamente, sono ancora top secret. Ma «abbiamo anche il movente, molto più forte di quanto non lo sia quello indicato nei confronti di Lorandi» e cioè riaprire le indagini per la morte del loro piccolo Christian, ucciso nel 1986 e ritrovato nei boschi in Maddalena: Bruno fu processato anche per quel delitto e assolto definitivamente in Cassazione. Oltre alla richiesta di revisione del processo, accolta, a Venezia — spedita dalla procura di Brescia il 2 novembre scorso — è stata depositata anche una denuncia affinché «si riaprano le indagini sul caso».
Lui, Bruno Lorandi, continua a ribadire la sua versione. «Spero solo finalmente sia fatta chiarezza», disse al suo legale. E dal carcere di Verona dove è detenuto, il 23 novembre scorso, ci scrisse: «Dopo dieci anni una grande speranza si accende nella mia vita. Non chiedo altro che sia fatta giustizia. Ringrazio dal profondo del cuore chi ha sempre creduto nella mia innocenza». Pare che non se lo aspettasse proprio, l’epilogo a cui queste nuove indagini difensive sono arrivate.