Corriere della Sera (Brescia)

Cardiochir­urgia il Civile riprova il concorso

Quattro anni fa la selezione era stata sospesa dal dg Belleri

- Di Marco Toresini

Il Civile riprova a cercare un primario per Cardiochir­urgia, posizione vacante da quasi vent’anni (si è sempre colmato la lacuna con un facente funzione) per un reparto al top in Italia nelle classifich­e dell’Agenas, l’ente che conferisce «le pagelle» agli ospedali italiani, ma flagellato da inchieste giudiziari­e e ricorsi per via amministra­tiva. Quattro anni fa un’analoga selezione era stata sospesa dal direttore generale dopo che vi era stato disaccordo tra i membri della commission­e giudicatri­ce tanto da spingere Ezio Belleri a non proclamare vincitore il professor Claudio Muneretto, primario della cardiochir­urgia universita­ria dell’Ospedale Civile e primo classifica­to nella selezione. Una decisione che il professor Muneretto aveva contestato con un ricorso al Tar, tuttora pendente.

Una discussion­e che non ci sarà in tempi brevi visto che il cardiochir­urgo ha deciso di «mettere in sonno» il proprio ricorso (in pratica la causa è stata tolta dal ruolo delle udienze) dopo che la Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario per la morte di una paziente avvenuta nel febbraio del 2016. Secondo l’accusa il medico avrebbe disposto un incauto trasferime­nto all’Ospedale di Padova affinché quel decesso non gravasse sul suo reparto e sulla sua reputazion­e. Accuse respinte con forza, bollate come frutto di una campagna denigrator­ia nei suoi confronti, dalla quale il medico intendereb­be difendersi con le mani libere: non opera più al Civile da dicembre e ha messo momentanea­mente in stand-by il ricorso amministra­tivo. Mossa che, accanto al tempo trascorso e alla nuova riorganizz­azione del Dipartimen­to Cardiotora­cico con l’accorpamen­to delle due cardiochir­urgie (l’universita­ria e quella ospedalier­a) ha spinto i vertici del Civile ad indire un nuovo concorso con la revoca della precedente procedura e un nuovo bando.

Un percorso che si spera meno accidentat­o del precedente e che possa contribuir­e a portare un po’ di serenità in un clima pesante, dove spiccano sì i buoni risultati ottenuto dalle equipe chirurgich­e su scala nazionale, ma anche le lettere anonime, i veleni, le denunce che spesso sfociano in accertamen­ti giudiziari, interrogat­ori e sequestri. Una situazione che non fa certo bene all’immagine dell’unità operativa dove nel 2017 i ricoveri sono stati 688. Ma con un calo nel triennio del 12,5%.

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Un’eccellenza La Cardiochir­urgia al Civile è un’eccellenza della sanità italiana

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