Borsoni, omaggio al grande genio
Iniziative congiunte di AAB Ctb, Grande e Fondazione Micheletti Un libro postumo, una mostra d’arte grafica e un convegno per ricordarlo
Brescia celebra a un anno dalla sua scomparsa Renato Borsoni. Tre momenti per ricordare l’uomo, il genio, il maestro e raccontarlo anche a chi non c’era e non visse i ruggenti anni della sua arte.
Brescia celebra a un anno dalla sua scomparsa Renato Borsoni. L’uomo, il genio, il maestro emergeranno in tre momenti che sapranno raccontarlo anche a chi non c’era e non visse i ruggenti anni Sessanta e i decenni che seguirono. Il ricordo si articolerà in tre momenti, come in un film sul padre del teatro bresciano.
Una serata-evento al Teatro Grande, rigorosamente nella Sala Palcoscenico Borsoni, venerdì 2 marzo alle 20.30: sarà presentato l’ultimo inedito libro «Gente di Teatro» (partecipazione su invito). «Il libro riunisce ritratti di personaggi del mondo del Teatro che Renato ha conosciuto: daremo lettura ad alcuni di questi brani e ci saranno testimonianze in presa diretta» annuncia il sovrintendente Umberto Angelini.
Seconda tappa una mostra (accompagnata dal relativo catalogo) che mette in luce il grafico Borsoni: l’esposizione sarà inaugurata sabato 3 marzo alle 18 in AAB (Associazione Artisti Bresciani, vicolo delle Stelle 4) ed è frutto dell’iniziativa di AAB e Fondazione Micheletti con il contributo di A2A e Fondazione Asm.
Infine, il 24 marzo, sarà il CTB a rendere omaggio al suo fondatore, con l’iniziativa di studio e ricordo «Renato Borsoni / uomo di teatro», che si svolgerà al Sancarlino in mattinata (saluti istituzionali alle 10) «dando voce a coloro che hanno lavorato in sodalizio con Borsoni negli anni di direzione artistica dello Stabile cittadino», spiega il direttore Gian Mario Bandera.
Alla cabina di regìa di questa serie di iniziative, con AAB, la Fondazione Luigi Micheletti, il CTB, la Fondazione Teatro Grande: «Si tratta di tre iniziative autonome e sinergiche, ideate e organizzate con spirito di collaborazione» ha evidenziato il presidente di AAB Massimo Tedeschi. Un’orchestra a più archi che offre allo spettatore-visitatore la personalità di Borsoni, dando l’idea della sua complessità e della contaminazione tra linguaggi in una figura centrale nella cultura bresciana del Novecento.
Anticipatore dei tempi, uomo di teatro, dal 1961 principale animatore con Mina Mezzadri della Compagnia della Loggetta; dal 1975 al 1988 direttore artistico del CTB, il teatro pubblico bresciano riconosciuto tra gli Stabili nazionali: tutto ciò è stato Renato Borsoni che fu anche un grafico a tutto tondo, non solo in ambito teatrale ma anche nella grafica applicata. Con l’idea di mettere in rilievo la vis creativa di Borsoni nell’interpretare, in locandine e manifesti, il taglio e lo spirito di molti spettacoli, e al contempo far affiorare come l’umanista sia stato pioniere, a Brescia, nella grafica pubblicitaria, nasce la mostra — realizzata da AAB con Fondazione Micheletti — «Renato Borsoni – studio d’arte nella pubblicità», a cura del critico Fausto Lorenzi (sarà aperta dal 3 al 21 marzo, nei consueti orari dell’Associazione, www.aab.bs.it).
È stato messo a disposizione dalla Fondazione Micheletti e dalla famiglia Borsoni materiale che sorprenderà il visitatore. Il consistente e vasto archivio (soltanto i manifesti sono 2000) è «specchio dei campi d’azione dell’intellettuale: pittura, design, comunicazione d’impresa, marketing, grafica editoriale, scrittura, teatro, governo di enti culturali, politica militante, giornalismo. Nella mostra trovano spazio alcune prove pittoriche, ma soprattutto i manifesti che a Brescia fecero epoca, entrando nell’immaginario collettivo» ha rimarcato Aldo Rebecchi, presidente della Fondazione.
Una eredità che chiede di uscire dagli archivi e rimanda a pagine essenziali della vita bresciana: si pensi alle famose immagini per le campagne della Centrale del Latte, di Asm, che – ha ricordato Lorenzi – «avevano uno stile sobrio, civile, e un tratto grafico sintetico, essenziale».
CTB e Fondazione Teatro Grande tracceranno invece il profilo e il ruolo di Borsoni nella storia teatrale locale e nazionale. Tenere viva la memoria del poliedrico intellettuale non sarà solo una ricognizione del suo operato ma offrirà anche uno spaccato denso di significati della vita civile e culturale di Brescia, nel secondo Novecento e agli inizi del XXI secolo.
Un ricordo corale, partecipe, sfaccettato e affettuoso di Renato Borsoni, che – ricorda il nipote Luca con visibile commozione – «con la sobrietà tipica dei grandi maestri amava definirsi “direttore non artistico” del CTB».
Progetti autonomi e sinergici, realizzati con spirito di collaborazione, per far conoscere una figura centrale nella Brescia del Novecento
Lorenzi, il curatore «Le sue campagne pubblicitarie avevano uno stile sobrio, civile, sintetico, essenziale»
Luca, il nipote «Con la sobrietà tipica dei grandi maestri si definiva “direttore non artistico” del Ctb»