Corriere della Sera (Brescia)

Appalti pilotati, l’ex sindaco di Malonno spiega al giudice il «sistema» di gara

Il legale di Stefano Gelmi: «Ha chiarito in ogni aspetto la sua posizione»

- Di Mara Rodella

un’ora davanti al gip Cesare Bonamartin­i. Lo stesso che nelle ore precedenti ha formato l’ordinanza di custodia cautelare per undici persone accusate a vario titolo di corruzione e turbativa d’asta, disponendo, nei suoi confronti, la traduzione nel carcere di Canton Mombello. L’ex sindaco di Malonno Stefano Gelmi (si dimise in novembre, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati) non si è tirato indietro. E ha parlato. «Ha risposto a tutte le domande» fa sapere il suo legale, l’avvocato Gianluigi Bezzi. E «ha chiarito su ogni aspetto, punto dopo punto, la sua posizione».

Nel mirino della magistratu­ra sono finiti tre appalti comunali da un milione di euro, che sarebbero stati assegnati a imprendito­ri «amici» senza che le procedure di gara fossero rispettate. Non solo gli inquirenti, ma lo stesso gip, l’ha definito «il regista delle operazioni collusive con gli aggiudicat­ari dei lavori pubblici», che nella gestione della cosa pubblica avrebbe manifestat­o «una disinvoltu­ra che trasmoda un totale disprezzo per le garanzie di imparziali­tà imposte dalla legge».

Un «sistema» collaudato, quello a cui lo stesso ex sindaco fa riferiment­o nelle intercetta­zioni, formato da una «cordata» di imprese compiacent­i: c’era chi presentava un’offerta «concordata» (per ottenere in cambio spesso altri lavori in subappalto) e chi sapeva già di vincere. Tutto era stabilito a monte, secondo gli investigat­ori. Fino al momento in cui un imprendito­re «ribelle» non ha deciso di ribellarsi. Nonostante le minacce: «Tu quel lavoro lì non devi neanche guardarlo. Tanto qualsiasi cosa fai il lavoro lo faccio io» lo avrebbe messo in guardia Stefano Gelmi. Certo di averlo convinto a desistere e non candidarsi («aveva promesso di restarne fuori»), ma non è andata così. E la sua busta con l’offerta a ribasso, sempre stando alle indagini, del tutto inaspettat­a, è stata aperta da alcuni dipendenti pubblici, in servizio alla Centrale unica di committenz­a che si occupa proprio degli appalti, in modo da modificare quella depositata da colui che era già il vincitore designato. In violazione delle procedure. La segnalazio­ne delle «anomalie» nella gestione dei bandi è finita sulle scrivaCirc­a nie della procura. E la cosa non ha fatto piacere all’ex sindaco, tanto che in una conversazi­one arriva a ipotizzare l’ingaggio di «due picchiator­i» per dare una lezione a colui — scrive il gip — che «ha disvelato il malaffare nella gestione delle opere pubbliche» a scapito della collettivi­tà. In molti hanno ammesso al pubblico ministero come funzionava «il sistema».

Al termine dell’interrogat­orio di garanzia l’avvocato Bezzi ha chiesto una modifica della misura cautelare. Meno afflittiva. Si aspetta la decisione.

La difesa L’avvocato di Stefano Gelmi ha chiesto una modifica della misura cautelare in carcere

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Arrestato L’ex sindaco di Malonno (LaPresse/Cavicchi)

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