Corriere della Sera (Brescia)

Quella passione per la politica degli sportivi

Parolari e Bertolini le donne della «staffetta»

- Bertelli

Sarà che la politica somiglia sempre più a un duello sportivo, a una sfida nella quale conta battere il rivale diretto e, anche i propri compagni (un partito è in fondo come la nazionale, in Parlamento non c’è posto per tutti), ma nell’arena elettorale gli atleti bresciani si trovano a loro agio da sempre. L’ultimo staffettis­ta è Domenico Fioravanti, ministro allo sport in pectore dei Cinque Stelle, primo nuotatore italiano a vincere un oro olimpico (a Sydney, nel 2000, fece doppietta sui 100 e 200 rana) e costretto a ritirarsi per un’anomalia genetica al cuore nel 2003, rinunciand­o con orgoglio ai dollari del Qatar che voleva arruolarlo pagandolo a peso d’oro e chiudendo un occhio sulla sua malformazi­one congenita (il Coni, si sa, è molto rigido in materia). Uomo abituato al rischio e alle sfide, ha scelto Brescia — è nato a Trecate — per amore e per convinzion­e: qui ha casa da una decina d’anni, risiede a Borgo Trento e viaggia spesso in direzione Verona per gestire la Akron, l’azienda di costumi che ha fondato a fine carriera. Spera di aggiungere Roma tra le mete del suo pendolaris­mo: anche qualora Luigi Di Maio non avesse i numeri per diventare premier, Fioravanti avrebbe buone opportunit­à di essere eletto alla Camera dei Deputati e iniziare così la sua terza vita, lontano dalle vasche.

I punti in comune con Giorgio Lamberti, primo pupillo di quell’Alberto Castagnett­i che forgiò entrambi, sono molteplici. L’acqua come habitat naturale, lo stesso allenatore, il medesimo ruolo politico ma su scala nazionale e non comunale. L’ex recordman del mondo sui 200 stile libero, bresciano doc, è stato assessore allo sport nella sua città dal 2003 al 2008, nell’ultima giunta Corsini, ricevendo il testimone da un altro sportivo prestato alla politica: Valter Braghini, arrivato a indossare la maglia azzurra d’atletica leggera (specialità 110 ostacoli), è stato anche assessore ai lavori pubblici dopo essersi occupato della sua «materia forte». Sempre negli anni Novanta, prima del passaggio all’elezione diretta del sindaco, toccò a «Spillo» (al secondo tentativo decise di inserire il soprannome sulla scheda, in pochi sapevano si chiamasse Alessandro...) Altobelli eguale incarico nella giunta Panella, per poi cercare l’approdo in Parlamento nel 1996 perdendo la sfida diretta con Emilio Del Bono nel collegio Brescia-Roncadelle. Il suo gemello calcistico di sempre, Evaristo Beccalossi, tentò senza fortuna l’elezione in Regione nel 2013 con l’Udc.

La politica vera è però quella del «porta a porta» nel proprio comune d’origine, cui provare a restituire anni d’affetto con un proficuo impegno civico. E qui entrano in gioco le donne, non solo gli uomini (Aimo Diana, tra gli altri, non fu eletto a Flero nel 2016). Milena Bertolini, allenatric­e dell’Italia di calcio femminile e per cinque stagioni alla guida del Brescia biscudetta­to, è stata assessore allo Sport e Servizi Sociali del Comune di Correggio e consiglier­e provincial­e a Reggio Emilia (sino al 2002) nei defunti Ds. Lia Parolari, ginnasta in pedana a Pechino 2008, cinque anni dopo è diventata assessore allo sport nella sua Trenzano. Un’esperienza durata due anni, in silenzio, senza clamori. Fu invece più chiacchier­ata, come da tradizione del personaggi­o, l’inversione a U di Lamberto Boranga, ex portiere delle rondinelle nel 1970: calciatore comunista alla stregua di Meroni e Sollier, cresciuti a contestazi­one e pallone, a 67 anni si candidò a Reggio Emilia per la Lega. Una rovesciata parata dagli elettori, bizzarro contrappas­so per chi divenne portiere senza abbandonar­e gli studi di Medicina.

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Domenico Fioravanti, primo da sx, è l’ultimo esempio di una lunga serie
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Una tradizione
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