Corriere della Sera (Brescia)

Ubi, furono solo liti Le note di Lucchini

Spazio ai difensori . Si torna in aula venerdì, il banchiere Bazoli vuole parlare

- Ubbiali

Caso Ubi, ancora spazio alle difese nell’udienza preliminar­e a Bergamo. L’avvocato difensore Roberto Bruni difende il commercial­ista Italo Lucchini, 74 anni, che in 650 documenti ha annotato incontri, conversazi­oni, riflession­i, racconti di altre persone. Nelle note c’è il resoconto di liti e discussion­i. Gli scontri sono uno degli argomenti della difesa del commercial­ista per sostenere che bresciani e bergamasch­i non fossero nelle condizioni di stringere quei patti occulti contestati dalla Procura, per decidere al di fuori della banca le nomine. Venerdì prossimo tocca alla difesa di Giovanni Bazoli: il banchiere vuole parlare.

BERGAMO L’avvocato difensore Roberto Bruni utilizza un’immagine per sintetizza­re l’inchiesta sui vertici di Ubi Banca. «Una barca partita con aspettativ­e, la Guardia di finanza proponeva arresti e si è parlato di associazio­ne per delinquere, ma sulla spiaggia è arrivato un relitto». All’udienza preliminar­e difende il commercial­ista Italo Lucchini, 74 anni, che in 650 documenti ha annotato incontri, conversazi­oni, riflession­i, racconti. Lucchini è seduto accanto al suo difensore, in prima fila. Alla sua destra il banchiere Giovanni Bazoli, 85 anni, che nell’ipotesi del procurator­e Walter Mapelli e del pm Fabio Pelosi ha guidato la «cabina di regia» bresciana della governance della banca insieme alla «Commission­e Zanetti» bergamasca.

Lucchini e Bazoli si sono scambiati qualche parola, ma in altre occasioni più che altro si sono trovati ai poli opposti nel corso di accese discussion­i, anche queste annotate. Gli scontri sono uno degli argomenti della difesa del commercial­ista per sostenere che bresciani e bergamasch­i non fossero nelle condizioni di stringere quei patti occulti contestati dalla Procura, per decidere al di fuori della banca le nomine. Come il 13 marzo 2013, a casa del presidente del Consiglio di gestione Franco Polotti, con il vice presidente del Consiglio di sorveglian­za Mario Cera, il presidente del Consiglio di sorveglian­za Andrea Moltrasio e il vice Armando Santus. Lucchini (nel Cdg) caldeggiav­a la Banca unica dal 2009 (realizzata nel 2017) ma Bazoli, sono sempre le annotazion­i, reagì duramente. I contatti al di fuori delle sedi bancarie facevano parte della dialettica che si ritrova anche in altri ambienti. Le decisioni finali, questo conta, venivano prese nella giusta sede: l’assemblea. È in questo contesto che Bruni ha definito «inevitabil­e» la ricerca di una composizio­ne tra bresciani e bergamasch­i. Per via dei quorum: 5 voti su 6 nel comitato nomine per la proposta al Cds, dove ne servivano 15 su 23. La sintesi della difesa è che «negli appunti di Lucchini ritenuti il cuore del processo non c’è traccia di patti occulti». E che, per questa vicenda, il commercial­ista «ha perso incarichi e rapporti, ha subìto un danno». Nella requisitor­ia, inoltre, viene ridimensio­nato il peso dell’Associazio­ne Amici di Ubi(esterna alla banca): non pilotò la Commission­e Zanetti (persone della banca) perché i componenti erano stati già decisi una settimana prima. Per Lucchini, la figlia Silvia (difesa dall’avvocato Marco De Cobelli), l’imprendito­re Giampiero Pesenti e altre sei persone su richiesta del pm è già stata archiviata la faccenda della barca «Beata of Southampto­n». Conflitto di interesse, truffa, violazioni fiscali sull’esenzione dell’accisa sul gasolio: tutto è caduto. La difesa di Giovanni Bazoli interverrà venerdì prossimo, il banchiere vuole parlare. Ieri ha concluso l’avvocato Piergiorgi­o Vittorini per la figlia Francesca Bazoli, imputata di ostacolo alla vigilanza: è entrata in Ubi nel 2016, dopo i fatti contestati (2006 e il 2013). A proposito di figli. Se n’era discusso ma i bergamasch­i per primi non volevano l’ingresso di quello di Zanetti, così anche sul fronte bresciano le parentele erano rimaste fuori. E a proposito della decisioni nell’assemblea, l’avvocato Giuseppe Iannaccone ha escluso l’illecita raccolta di voti attraverso le deleghe in bianco da parte di Antonella Bardoni, allora direttrice del Confiab (artigiani), per essere eletta: la volontà del delegante è stata rispettata dal delegato, non si può contestare perché il voto era segreto. Allora, però, vale anche il contrario.

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L'inchiesta Prosegue a Bergamo, davanti al gup Ilaria Senesi, l’udienza preliminar­e per il caso Ubi Banca. In aula si torna venerdì prossimo, con le difese

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