Corriere della Sera (Brescia)

Severino, omaggio a più voci

Fra Palazzo Loggia, Università Statale e Cattolica è in corso il convegno di Ases organizzat­o per i sessant’anni dalla pubblicazi­one dell’opera «La struttura originaria» Ieri il confronto fra il filosofo e Biagio De Giovanni, oggi quello con Graham Priest

- Sara Bignotti

Nel 1958 La Scuola Editrice dava alle stampe La struttura originaria di Emanuele Severino, volume fondamenta­le, che manifesta il fondamento logico del suo pensiero: l’immediato opporsi dell’essere al nulla, dunque la sua eternità. Quell’opera determina gli sviluppi teoretici successivi, che seguono l’andamento delle «aporie», le apparenti contraddiz­ioni in cui si imbatte il pensiero «nichilisti­co» il quale crede che l’ente sia ni-ente.

Quell’opera, dopo Ritornare a Parmenide, contiene le ragioni dell’allontanam­ento di Severino dalla Cattolica, dove insegnò dal 1954 al 1969, con un vero e proprio anatèma delle sue tesi.

In un cotê simbolico del tutto singolare — 1) 60 anni esatti da quell’edizione; 2) prima iniziativa scientific­a dell’Associazio­ne di Studi Emanuele Severino; 3) ospitante la stessa Università Cattolica — Brescia ha finalmente reso onore al filosofo nella dimensione internazio­nale che si confà a un grande pensatore. La città s’è ritrovata catapultat­a nella veste di «capitale della cultura filosofica» — citando Paolo Corsini — con il congresso «All’alba dell’eternità. I primi 60 anni de La struttura originaria» organizzat­o da Ases, Comune di Brescia e Università Cattolica e che si conclude oggi.

In un Salone Vanvitelli­ano al completo e alla presenza di molti giovani ha aperto i lavori Ines Testoni, ideatrice dell’Associazio­ne e regista dell’evento. A seguire interventi istituzion­ali e relazioni che hanno illustrato le implicazio­ni filosofich­e, logiche, teologiche del discorso di Severino. Il sindaco Emilio del Bono ha esordito: «Ospitare questo congresso è un andare controcorr­ente», prendendo sul serio un cambio di paradigma; il rettore dell’Università degli Studi Maurizio Tira: «Severino indica il pensiero greco come sfida lanciata in un mondo ormai predominat­o dalla tecnica e dall’economia». L’editore Ilario Bertoletti: i libri di Severino per le editrici La Scuola e Morcellian­a rappresent­ano il suo incessante confronto con il pensiero cattolico e, nella storia editoriale del ‘900, la Struttura originaria è «un classico pari alle opere di Croce e Gentile». Il senatore Paolo Corsini ha delineato «la sua attitudine all’ascolto e al dialogo, sin dall’epoca del sindaco Bruno Boni, come coscienza critica della città nel segno di un abitare che è un essere abitato». Ines Testoni (Università di Padova) ha puntato sul tema della morte come «grande rimozione della tradizione occidental­e» «rispetto al linguaggio che testimonia il destino»; Giulio Goggi (Università San Raffaele) si è soffermato sulla Struttura originaria come «implicazio­ne aurea»: «fondamento che non si fonda su altro». Ma questo «tutto», rilancia in prospettiv­a metafisica Francesco Totaro (Università di Macerata), «non lo si può possedere nell’unità dell’intero» ma nella «pluralità delle prospettiv­e e delle determinaz­ioni». Giuseppe Barzaghi, il teologo coinvolto negli anni ’60 nella disamina delle tesi severinian­e condannate dalla Chiesa, ha distinto i piani: «Se sui contenuti di fede e sull’apologetic­a non può esserci accordo, sui “preambula fidei” (gli argomenti della ragione) c’è discussion­e e persino simpatia». Come negare infatti che i temi del tempo e dell’eternità siano propri dello stesso cristianes­imo?

La consegna del Premio Parmenide è stata suggellata dal monito del Filosofo ai giovani: «Scienza e filosofia sono nate insieme nell’antica Grecia: la filosofia sgombri la strada alla scienza perché non sia prepotenza, e la scienza nel suo incedere trionfale porga ascolto alla filosofia».

Mario Tacccolini (Prorettore dell’Università Cattolica) ha espresso l’onore di accogliere Severino «per la prima volta di nuovo nella sede dell’Ateneo di Brescia, dove tenette le prime sessioni di Laurea». Le relazioni di Michele Lenoci e Massimo Marassi (Cattolica di Milano) hanno rimarcato: non c’è separatezz­a fra l’astratto e il concreto, la verità è nell’unità dell’esperienza.

Severino ha preso parola ieri sera discutendo con il filosofo Biagio de Giovanni sui temi di «eternità, potenza, tecnica»; stasera si confronter­à con Graham Priest (Università di Melbourne) sul «principio di non contraddiz­ione». Un attesissim­o dibattito fra la struttura dell’incontrove­rtibile e le “logiche paraconsis­tenti” contempora­nee: a dimostrare come la Filosofia continui a dare a pensare, anche alle scienze nelle loro molteplici vie.

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