BRESCIA VISTA DALLE URNE
Dopo la campagna elettorale più distante (dai temi territoriali), più distratta (da temi informativi prevalenti fra cui la neve e ammazzamenti vari) e più concentrata (su quattro leader nazionali) oggi si vota. La posta in gioco è alta, per il Paese. Ma anche Brescia, nel suo piccolo, è un teatro di almeno tre sfide. La prima riguarda il titolo di partito più preferenziato in provincia. Per capire la dimensione della competizione è meglio – come sempre – rifarsi ai numeri. Cinque anni fa, quando votò l’82% degli aventi diritto, fu il Pd a ottenere il primato (175.000 voti pari al 24%) seguito da Popolo della libertà (148 mila voti, 20%) con i fidi alleati della Lega al quarto posto (128 mila voti, 17%). In mezzo, al terzo posto, il Movimento 5 Stelle (134 mila voti, 18%). La sfida è a tutto campo: M5S salirà ancora? Il primato del Pd sarà confermato o scalzato? Che rapporti di forza si stabiliranno fra Forza Italia e Lega? Ma soprattutto: dove andranno i 67 mila voti (9%) che conquistò la lista Monti? La redistribuzione di quei suffragi può riscrivere tutti gli equilibri. La seconda sfida riguarda la città: fra tre mesi si vota per la Loggia e il vento delle Politiche deciderà candidature e tipo di campagna elettorale locale. Cinque anni fa in città la coalizione di centrosinistra si impose con 37 mila voti: oltre 33 mila del Pd (30%) e più di 3 mila di Sel (3%). Il Pd confermerà questo primato? La concorrenza (stavolta ostile) di LeU a sinistra si farà sentire? Il centrodestra cittadino si fermò a 34 mila voti (31%) con netta prevalenza di Forza Italia (19mila voti, 17%) su Lega (12 mila voti, 11%) e Fratelli d’Italia (2 mila voti, 2%). Se i rapporti di forza fra i due schieramenti cambiassero, e se la Lega superasse Forza Italia, la campagna elettorale per la Loggia assumerebbe fisionomia ben diversa da quella a cui ci si stava adattando. Anche in città i 5 Stelle erano il terzo partito (18 mila voti, 16%): cresceranno ancora? Avranno numeri tali da far immaginare di poter andare al ballottaggio per il sindaco? Decisivi, ancora una volta, i 13 mila voti (12%) che cinque anni fa furono intercettati da Monti e dall’Udc. Infine c’è un nodo politico di fondo: nel pieno di una evidente ripresa a trazione industriale la Brescia modello di integrazione degli immigrati (Viminale dixit), la Brescia bianco-verde, cattolica e leghista, a chi affiderà la rappresentanza dei propri interessi e dei propri valori a Roma? E soprattutto, tornerà ad avere qualche posto nel governo del Paese? Per la prima risposta basterà attendere i risultati elettorali, nella notte fra oggi e lunedì. Per la seconda bisognerà attendere più tempo. Forse molto.