Gli animali notturni vivono d’istanti (rock)
Quando l’underground bresciano sgomitava in tutta Italia con il rockpop indie, Matthew Zak c’era, con quell’espressione un po’ ombrosa alla Jim Morrison e con tante buone idee, prima, nel 2008, con Oranges, dopo con i Spidliner (2012). Negli anni successivi alcune band si sono sciolte e altre hanno ricominciato da zero, con maggiore consapevolezza e maturità artistica. È il caso del nuovo gruppo bresciano Gli animali notturni, fresco di uscita del loro primo album «Vivere d’istanti». Il titolo, omonimo di una delle 13 tracce, sintetizza la filosofia del disco stesso. Impossibile non notare la vigorosa sterzata artistica verso una forma tradizionale della canzone, tra testi, suoni e arrangiamenti molto più vicini al rock leggero (e curato) stile anni ‘90, e di conseguenza un allontaname nto dai canoni indie. Oltre a Zac (voce e chitarra) i componenti della band sono: Simone Simbeni Jimbo (chitarra), Andrea della Valle (batteria), Nicola Mansueto (chitarra), Giovanni Boscaini (basso). Chiediamo a Matthew Zac quali di sintetizzarci i messaggi dei brani. «Vivere
d’istanti indica l’importanza di vivere il proprio tempo con intensità e patos. I testi trattano argomenti come l’amore, sentimenti e voglia di riscatto». Perché avete scelto di chiamarvi Animali notturni? «Una sera parlando con il bassista, gli chiedo: ‘Perché non ci chiamiamo Animali notturni?’ E lui mi ha risposto: ‘Volevo chiedertelo pure io’. Alla fine è stato più spontaneo del previsto». Si nota un significativo cambiamento stilistico, dove volete arrivare? «L’evoluzione è stata spontanea e la forte necessità di cambiare forma e sostanza è maturata dall’idea di ripartire da zero. A livello stilistico siamo andati in controtendenza rispetto ai generi di oggi come il rap e l’hip-hop: abbiamo scelto uno stile meno sintetico con belle suonate e assoli di chitarra. D’altronde siamo cresciuti con gli U2 e Cure.
Date live in programma? «Inizieremo da marzo, ma sto scrivendo altre canzoni, perché vorremmo uscire in tempi ragionevoli con un altro album. Chi si ferma è perduto».