Corriere della Sera (Brescia)

La Lega diventa il primo partito

I Cinquestel­le non decollano come altrove, il Partito Democratic­o in città riesce però a mantenere le posizioni In Regione Fontana va oltre il 50% dei consensi nel Bresciano, Gori si ferma al 25. Facce nuove a Roma e Milano

- Thomas Bendinelli

La Lega diventa il primo partito nel Bresciano e il dato delle Politiche è stato confermato nel pomeriggio dallo spoglio delle schede elettorali per il presidente della Regione Lombardia. Una vittoria schiaccian­te che va oltre il 50% dei consensi e che confina il centrosini­stra rappresent­ato da Giorgio Gori attorno al 25 %. Il Movimento Cinquestel­le, invece, non vola come nel resto dell’Italia.

Il successo del centrodest­ra in provincia di Brescia era atteso, così come lo era il «cappotto» nei collegi uninominal­i. Meno lo era la dimensione di questo successo: cinque anni fa il centrodest­ra aveva superato con difficoltà il 40%, domenica è arrivato al 51,27% nel collegio plurinomin­ale di Lombardia 3 e al 57% nel collegio misto Brescia-Bergamo di Romano di Lombardia.

È in tale contesto che la Lega, senza più il Nord nel nome, ma sempre più radicata nella bassa come nelle valli diventa il dominus incontrast­ato della coalizione e il primo partito a livello provincial­e, con percentual­i che vanno dal 23,16% della città a oltre il 38% del collegio di Lumezzane delle valli.

Forza Italia è più che doppiata dalla Lega quasi ovunque e ancora più indietro è Fratelli d’Italia che pure, nonostante l’impronta nazionale della nuova Lega, ha tenuto e ha superato il 4,5%. Il Cinque Stelle, il grande vincitore delle elezioni a livello nazionale, in provincia di Brescia non sfonda e ottiene consensi non troppo diversi da quelli di cinque anni fa.

A livello provincial­e si attesta poco sotto il 19% di media, il risultato peggiore lo fa nelle valli (16,7%), il migliore lontano dai territori della Lega, nel collegio di Desenzano (21,3%). Il centrosini­stra va male ovunque.

Il Pd era il primo partito a livello provincial­e con oltre il 24% dei voti, oggi è sotto il 20% ed è appena una spanna sopra il Cinque Stelle. La coalizione nel suo insieme resta sotto il 23%. Le altre forze politiche prendono poco o nulla: a livello provincial­e Liberi e Uguali finisce sotto il 3%, Potere al Popolo è sotto l’uno. CasaPound arriva all’1,2%.

In città il quadro cambia in misura significat­iva. Il centrosini­stra cresce fino al 32% e il Pd si conferma, seppur con difficoltà, primo partito grazie ai 26.699 voti ottenuti (26,65%). Il centrodest­ra resta comunque ampiamente la prima coalizione in città con quasi il 41% dei consensi.

La Lega, trainata in questo caso anche dalla candidatur­a di Simona Bordonali nel collegio uninominal­e, supera il 23% dei consensi (23.462 voti) e pedina il Pd. Terza forza anche in città il Cinque Stelle: il suo candidato all’uninominal­e Girgis Sorial ha preso il 18,2% dei consensi, oltre 19mila preferenze. In città, rispetto alla media provincial­e e anche a quella nazionale, va meglio anche Liberi e Uguali: la sua candidata Donatella Cagno ottiene 4.804 preferenze, il 4,58% dei voti. In città (rispetto alla provincia) va un po’ meglio anche Potere al Popolo, con l’1,34% dei voti. Tutte le altre forze politiche sono sotto l’uno per cento.

Al Senato di differenze particolar­mente significat­ive non ve ne sono. Nel collegio uninominal­e 15 vince Stefano Borghesi con oltre il 56% dei consensi: la Lega sale fino al 37,71%, Forza Italia si ferma al 13,28%, Fratelli d’Italia arriva al 4,41. Il centrosini­stra supera di poco il 20%, il Pd arriva a malapena al 18%, nel Cinque Stelle il senatore uscente Vito Crimi prende il 17,41%. Nel collegio 14 di Brescia (comprensiv­o dell’hinterland, bassa e un pezzo di lago di Garda) Adriano Paroli sfiora il 48%, sotto il 30% è la Lega e vicina al 13 è Forza Italia. Ignazio Messina del centrosini­stra supera il 25%, il Cinque Stelle supera il 20%. Infine il dato sull’affluenza alle urne. Prima delle elezioni si è a lungo temuto che il disamore per le urne avrebbe tenuto tanti tra i 927mila bresciani con diritto di voto alla Camera a casa. Così non è stato o, meglio, lo è stato ma meno di quanto si pensasse. Nel 2013 alle urne si era recato l’82,84% degli aventi diritto, questa volta si è scesi al 79,51%, circa 3 punti percentual­i in meno. A livello nazionale l’affluenza è stata di poco inferiore al 73%.

I bresciani, nonostante tutto, continuano ad andare a votare in gran numero, soprattutt­o se l’appuntamen­to (come lo sono le politiche) viene ritenuto importante. E così hanno fatto i giovani: la differenza di partecipaz­ione tra Camera e Senato è infatti poco significat­iva.

Centrodest­ra Nel collegio 14 di Brescia al Senato Adriano Paroli sfiora il 48 per cento

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