Corriere della Sera (Brescia)

I giovani a destra il Pd foraggia M5S

- Di Thomas Bendinelli

La Lega che cresce in modo vorticoso, i Cinque Stelle che (a Brescia) sembrano quasi fermi, il Pd che scivola verso il basso. Questo dicono i numeri, ma quale è stato il comportame­nto degli elettori da un’elezione con l’altra? Sogno di statistici e politici, l’ambizione è scoprire come si sono formati e sono mutati gli orientamen­ti politici da una votazione all’altra. Si chiamano flussi elettorali e aiutano a capire tendenze e intrecci, anche della psiche. L’appassiona­to di statistica che ci ha aiutato a comprender­e i volteggi elettorali ha adottato il modello di Goodman: a confronto il voto cittadino da un’elezione all’altro attraverso regole matematich­e e adottando qualche correttivo per ovviare al problema principale, ovvero il fatto che da un’elezione all’altra il corpo elettorale è simile ma non identico. Il primo dato che balza all’occhio è quello del voto giovanile: lo si immagina astensioni­sta o, al più, pentastell­ato, eppure pare non sia andata così. Di sicuro non astensioni­sta, o comunque non molto di più della media dell’elettorato: secondo lo studio dei flussi i giovani tra i 18 e i 24 anni (la differenza tra camera e Senato) che non sono andati a votare sono stati circa il 26%. Gli altri hanno scelto in un caso su quattro il centrodest­ra, nel 21% dei casi il centrosini­stra, nel 15% il Cinque Stelle e in quasi l’8% Leu o Potere al Popolo. Entrando nel dettaglio dei flussi elettorali tra i partiti, analizzand­o il voto al Senato (2013 e 2018 in città) scopriamo ad esempio che quasi un quarto degli elettori che nel 2013 avevano votato Pd, si sono rivolti questa volta verso il Cinque Stelle e che un pezzo non secondario ha deciso di andare verso Leu. Il voto alla Lega è rimasto invece quasi tutto in casa. Da dove sono arrivati i consensi aggiuntivi? Un pezzo non secondario proprio dal Cinque Stelle: stando ai flussi oltre un terzo dell’elettorato che nel 2013 aveva votato Cinque Stelle è infatti andato al centrodest­ra, presumibil­mente in direzione Lega. Il Cinque Stelle, stando al modello, è quindi sì rimasto abbastanza stabile nei consensi ottenuti a Brescia, ma mentre un pezzo di voti è tornato nella casa del centro destra,sono stati prosciugat­i un po’ i pozzi del centrosini­stra. Tale analisi è confermata anche dallo studio fatto sui voti bresciani alla Camera fatto dall’istituto Cattaneo. «I flussi ci rivelano una dinamica più complessa di quello che emerge dal semplice confronto tra stock di voto conquistat­i nel 2013 e nel 2018 - si legge nello studio -: I risultati bresciani sono sorprenden­ti. Il Movimento 5 Stelle “ruba” voti da una parte e li cede alla parte opposta. Più precisamen­te, vediamo che il 4,9% del corpo elettorale compie il tragitto che va dal Pd al partito di Grillo. Una quota di elettori simile (il 4,7%) esce da quel partito e si dirige verso la Lega. Fosse per questi elettori, par di capire, l’alleanza LegaCinque Stelle sarebbe la soluzione. Le stime sui flussi bresciani rivelano inoltre che il Pd ha perso quote anche verso Leu, l’astensione e persino verso la Lega. Il Pdl del 2013 perde non pochi voti verso l’astensione. Tornando ai voti del Senato e allo studio del nostro statistico, sembra invece che i voti di Scelta Civica per Monti del 2013 siano stati spartiti più o meno equamente tra centrodest­ra e centrosini­stra.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy