ATTESA RIVINCITA DEL TERRITORIO
Attilio Fontana ha bissato nei numeri il candidato del centrosinistra. Alla faccia dei sondaggi che davano la distanza tra i due ridotta ad un 5%. I tempi degli scandali giudiziari che nel 2013 investirono la giunta Formigoni e che portarono il candidato del centrosinistra Ambrosoli ad avvicinarsi (di pochi punti percentuali) al presidente Maroni sembrano lontani anni luce. Nella provincia di Brescia il centrodestra avanza più che altrove solo grazie alla Lega, aiutata indubbiamente dal tema caldo dell’immigrazione ma anche dall’attenzione che ha posto a nodi molto sentiti a livello locale. Non da ultimo la questione ambientale e l’approvazione dell’«indice di pressione» a difesa dei comuni martoriati dalle discariche.
Onere e onore dei tre consiglieri leghisti bresciani (un record) sarà portare avanti la battaglia iniziata dall’assessore all’Ambiente Claudia Terzi (eletta in parlamento) cercando una mediazione pragmatica con il mondo produttivo locale (Aib) che — ricorrendo al Tar — chiede di trovare una valida alternativa al conferimento delle scorie in discarica, con leggi che permettano il loro riutilizzo, nel segno dell’economia circolare. L’augurio è che Fontana prosegua lungo questa strada, affidando il delicato assessorato all’Ambiente ad un bresciano. Magari allo stesso Fabio Rolfi, da tempo impegnato nella difesa del territorio, riscattando una poltrona che un tempo fu di Nicoli Cristiani. Potrebbe creare sinergie virtuose con due ex deputati bresciani che si sono occupati di inquinamento in parlamento e ora sono al Pirellone: Miriam Cominelli (Pd) e Ferdinando Alberti (5MS). Non è l’unico tema cardine per Brescia. C’è anche quello dei trasporti. Comune e Provincia hanno espressamente chiesto alla Regione un supplemento d’impegno per rilanciare l’aeroporto di Montichiari (la giunta Maroni si è occupata prevalentemente di Malpensa) ma anche le infrastrutture ferroviarie minori, partendo dal treno metropolitano tra Edolo, Iseo e Brescia. Sempre restando in città ci sarà da riallacciare il dialogo sui mancati contributi al metrò e al trasporto pubblico locale (che va messo a gara nel 2019). Anche qui potrebbe giocare un ruolo chiave un bresciano (Davide Caparini?) in grado di tessere rapporti proficui con il governo (soprattutto se sarà di centrodestra). Le sfide non sono finite. C’è la questione sanità (il forzista Alessandro Mattinzoli si è autocandidato per coprire il medesimo assessorato); ma la prima provincia agricola d’Italia certo non disdegnerebbe di (ri)avere un dialogo diretto con l’assessorato all’agricoltura (un tempo della Beccalossi). E ancora: il corposo capitolo delle promesse «autonomiste» deve essere legato a un rilancio dei tanti territori montani. Con più fondi. Non solo per i comuni «amici».