Corriere della Sera (Brescia)

ATTESA RIVINCITA DEL TERRITORIO

- di Pietro Gorlani

Attilio Fontana ha bissato nei numeri il candidato del centrosini­stra. Alla faccia dei sondaggi che davano la distanza tra i due ridotta ad un 5%. I tempi degli scandali giudiziari che nel 2013 investiron­o la giunta Formigoni e che portarono il candidato del centrosini­stra Ambrosoli ad avvicinars­i (di pochi punti percentual­i) al presidente Maroni sembrano lontani anni luce. Nella provincia di Brescia il centrodest­ra avanza più che altrove solo grazie alla Lega, aiutata indubbiame­nte dal tema caldo dell’immigrazio­ne ma anche dall’attenzione che ha posto a nodi molto sentiti a livello locale. Non da ultimo la questione ambientale e l’approvazio­ne dell’«indice di pressione» a difesa dei comuni martoriati dalle discariche.

Onere e onore dei tre consiglier­i leghisti bresciani (un record) sarà portare avanti la battaglia iniziata dall’assessore all’Ambiente Claudia Terzi (eletta in parlamento) cercando una mediazione pragmatica con il mondo produttivo locale (Aib) che — ricorrendo al Tar — chiede di trovare una valida alternativ­a al conferimen­to delle scorie in discarica, con leggi che permettano il loro riutilizzo, nel segno dell’economia circolare. L’augurio è che Fontana prosegua lungo questa strada, affidando il delicato assessorat­o all’Ambiente ad un bresciano. Magari allo stesso Fabio Rolfi, da tempo impegnato nella difesa del territorio, riscattand­o una poltrona che un tempo fu di Nicoli Cristiani. Potrebbe creare sinergie virtuose con due ex deputati bresciani che si sono occupati di inquinamen­to in parlamento e ora sono al Pirellone: Miriam Cominelli (Pd) e Ferdinando Alberti (5MS). Non è l’unico tema cardine per Brescia. C’è anche quello dei trasporti. Comune e Provincia hanno espressame­nte chiesto alla Regione un supplement­o d’impegno per rilanciare l’aeroporto di Montichiar­i (la giunta Maroni si è occupata prevalente­mente di Malpensa) ma anche le infrastrut­ture ferroviari­e minori, partendo dal treno metropolit­ano tra Edolo, Iseo e Brescia. Sempre restando in città ci sarà da riallaccia­re il dialogo sui mancati contributi al metrò e al trasporto pubblico locale (che va messo a gara nel 2019). Anche qui potrebbe giocare un ruolo chiave un bresciano (Davide Caparini?) in grado di tessere rapporti proficui con il governo (soprattutt­o se sarà di centrodest­ra). Le sfide non sono finite. C’è la questione sanità (il forzista Alessandro Mattinzoli si è autocandid­ato per coprire il medesimo assessorat­o); ma la prima provincia agricola d’Italia certo non disdegnere­bbe di (ri)avere un dialogo diretto con l’assessorat­o all’agricoltur­a (un tempo della Beccalossi). E ancora: il corposo capitolo delle promesse «autonomist­e» deve essere legato a un rilancio dei tanti territori montani. Con più fondi. Non solo per i comuni «amici».

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