«I 5 Stelle crescono Opposizione dura ma responsabile»
Il grillino Violi: risultato oltre le aspettative
«Un’opposizione che non farà sconti», ma pronta a confrontarsi «responsabilmente» con la Lega trionfante e con il neogovernatore Attilio Fontana, a partire dalla trattativa con l’esecutivo che dovrà portare alla ratifica dell’accordo sull’autonomia regionale. Dario Violi ha comunque vinto la sua sfida. La soglia del 20 per cento in Lombardia (raggiunta secondo le proiezioni, ma non dallo spoglio della metà delle sezioni), come lui stesso ammette, era semplicemente inimmaginabile fino a pochi mesi fa. «Potevo scegliere una poltrona sicura per Roma, ma ho scelto la Regione perché credo in questa istituzione, anche se sapevamo che la partita in Lombardia sarebbe stata impossibile», racconta a tardo pomeriggio il candidato governatore del Movimento Cinque Stelle, dopo aver seguito la prima parte delle spoglio negli uffici del Pirellone al tredicesimo piano chiuso con lo staff e con l’amico e consigliere uscente Stefano Buffagni (vicinissimo alla conquista di un insperato seggio alla Camera).
La Lombardia si conferma terra ostile per l’avanzata delle truppe postgrilline, ma la crescita c’è anche qui ed è sensibile. Cinque anni fa il Movimento si fermò al 13 per cento, a Milano, nel 2016, si superò di poco il 10 e oggi si sogna quota 20, a distanza non siderale dal centrosinistra. «Sono soddisfatto del risultato ottenuto. Se un anno e mezzo fa ci avessero detto che potevamo sperare in queste percentuali non ci avrei creduto. È stato fatto un gran lavoro in questi anni». Gli eletti al Pirellone dovrebbero essere tredici, forse quattordici. Dalle prime indicazioni dai seggi pare che il capolista Massimo De Rosa — l’ex parlamentare che a novembre perse per pochissimi click la nomination per la corsa a governatore, a favore proprio di Violi — stia andando a gonfie vele.
Niente sconti, nessun accordo, zero inciuci. Violi lo ripete, nella telefonata per le congratulazioni di rito, anche a Fontana: opposizione dura e leale ma costruttiva sui singoli temi. Meno scontata è la battaglia per l’autonomismo regionale. Da ricordare però che i nove eletti della scorsa legislatura furono decisivi in aula, votando insieme al centrodestra maroniano, per l’indizione del referendum consultivo (e per la sperimentazione del voto elettronico attraverso gli ormai celebri tablet). «Ma il documento firmato mercoledì scorso da Maroni e dagli altri due governatori non rispetta il mandato popolare. L’autonomia è necessaria su materie più strategiche». Impossibile non guardare allo scenario nazionale. «Spero possa esserci un governo nazionale a guida Cinque Stelle, con un’agenda precisa: io chiederò allora che venga riaperta la partita dell’autonomia», conclude Violi.
Il bivio Potevo scegliere una poltrona sicura a Roma, ma credo in questa istituzione
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