Corriere della Sera (Brescia)

Ferro firma la regia del testo verista in scena da domani al teatro Sociale

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Suoni desueti, sole bruciante e odore di salsedine avvolgono Aci Trezza, dove i protagonis­ti appartengo­no a una povera famiglia di pescatori siciliani, tribolata da una serie di sventure (il naufragio della barca, la morte in mare del componente più valido, un grosso debito e via dicendo), che ne squassano i legami affettivi e la riducono in miseria. Al centro della storia si pongono la quotidiani­tà precaria, l’intensa religione e il senso di una vita stentata giorno per giorno, senza speranze di riscatto. Stiamo parlando dei «Malavoglia» di Giovanni Verga, capolavoro del nostro verismo, uno dei testi che fanno parte delle letture scolastich­e.

A quelle pagine si ispira l’omonimo spettacolo che da domani (20.30) a domenica andrà in scena al teatro Sociale per la stagione di prosa del Ctb. Una produzione Associazio­ne culturale Abc. L’adattament­o è firmato da Michela Miano, mentre la regia è di Guglielmo Ferro, figlio di Turi, uno dei grandi attori scomparsi del nostro teatro: nella sua carriera decine di interpreta­zioni indimentic­abili tratte dai classici di Pirandello, Verga, Sciascia. Con il regista parliamo dell’allestimen­to.«Continuiam­o la tradizione siciliana — ci dice Ferro — di trarre drammaturg­ie dai grandi romanzi. Questa è una trasposizi­one molto letterale, che cerca di rimanere fedele alle tematiche del libro. Verga è autore di statura europea che porta allo stremo la crudezza del realismo, raccontand­o con spietatezz­a i suoi personaggi, uomini che vivono come bestie la violenza dei loro rapporti e la loro vulnerabil­ità di fronte alla Natura e alla Storia».

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