Corriere della Sera (Brescia)

Mazzamauro Nuda e cruda a Sarezzo

Mazzamauro in scena a Sarezzo: tra risate e tragedie

- Di Nino Dolfo a pagina

Cinque anni di repliche. E già questo è la migliore referenza. Con «Nuda e cruda» arriva a Sarezzo (venerdì 9, ore 21, Teatro San Faustino, via IV Novembre), nell’ambito della rassegna Proposta di Treatro Terre di confine, Anna Mazzamauro, al secolo la famosa signorina Silvani della saga di Fantozzi, la bruttina stagionata che passava per vamp nei sogni proibiti dei travet prigionier­i della depression­e caspica dell’ufficio.

Caratteris­ta di gran classe, donna di straordina­ria simpatia, un ciclone di ironia, la Mazzamauro non si lascia certo stritolare dalle maschere. Prima ancora che al cinema, è a teatro che è cresciuta. Nel suo percorso ha vestito pure i panni di Cyrano de Bergerac. In Nuda e cruda mescola la risata e l’emozione di fronte alle tragedie contempora­nea (un monologo dedicato alla madre di Melania Rea, un altro della donna violentata che parla alla Madonna). Uno spettacolo che coinvolge, libera dalle paure e dai pregiudizi (estetici e non solo), esorta ad accettarsi per quello che si è, nella diversità imperfetta. Ma chi la vuole infatti, la perfezione. Meglio la verità.

«One-woman show? Me lo posso permettere di essere sola – scherza subito l’attrice -. Ma la definizion­e non è esatta. È uno spettacolo teatrale bello e buono. Con me ci sono due musicisti, le scene, i costumi. Certo, il testo me lo sono scritto io su misura. Inizio a raccontare dei miei esordi cinematogr­afici, di Luciano Salce e di quella volta con Fellini, parlo della mia fisicità, che non è bruttezza, perché brutto è ciò che è sporco e volgare. C’è una parte che non le sto a dire, che senso avrebbe? Cerco di prendere per mano il pubblico e finisco con Anna Magnani. Ha presente La voce umana di Cocteau? Una donna al telefono, la rottura di un rapporto d’amore? Ecco, io immagino la storia di Rossellini che doveva sposare la Magnani e invece la pianta in asso, perché si era innamorato di Ingrid Bergman. Il pubblico mi vede di spalle, sente la mia voce al telefono. Nella vita di ognuno di noi c’è stato un momento simile: abbiamo lasciato qualcuno o siamo stati lasciati».

La Magnani era una donna atipica, ma non per questo meno glamour.

«Non incarnava i canoni della bellezza, ma che vuol dire? Io ho amato la lotta che ha fatto per portare al successo la propria atipicità. Anni fa ho fatto uno spettacolo a lei dedicato, Raccontare Nannarella, con la regia di Aldo Trionfo. E in Nuda e cruda ritorno a lei, per rievocare anche il suo rapporto con Pasolini (Mamma Roma) fino al doloroso commiato».

A proposito di commiato, sono piaciute le sue parole in occasione della morte di Paolo Villaggio: “In fondo Fantozzi è stato l’unico uomo che mi ha amato.”

«Era un genio cui devo molto, non tanto un amico. Non sono stata al suo funerale. Poteva sembrare una ostentazio­ne. E poi per par condicio: so per certo che lui non verrà al mio».

 Il pubblico mi vede di spalle, sente la mia voce al telefono. Nella vita di ognuno di noi c’è stato un momento simile: abbiamo lasciato qualcuno o siamo stati lasciati da qualcuno

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