PEDAGOGIA DELL’ASCOLTO
L’incontro dei dirigenti scolastici bresciani con il Vescovo e il Dirigente dell’ufficio scolastico territoriale sta diventando ormai una tradizione. Ma quest’anno l’appuntamento – oggi dalle 15.30 presso il Polo culturale di via Bollani – ha il sapore della prima volta per mons. Pierantonio Tremolada e per Mavina Pietraforte. Lo spunto per il confronto sarà offerto da un giurista, il prof. Carlo Alberto Romano, che fornirà argomenti di riflessione a partire dagli articoli 3 e 34 della Costituzione, quasi a dire l’attualità di ritornare a mettere a fuoco il compito della Repubblica di «rimuovere gli ostacoli […] che impediscono il pieno sviluppo della persona umana»: inimmaginabile lo scenario odierno quando tale diritto è stato sancito e perciò ancor più sorprendente che si attagli alle nuove povertà, a generazioni di immigrati, a minori disabili che chiedono di essere pienamente inclusi nella comunità dei cittadini. E la scuola deve fare la sua parte. Spesso la diffidenza, le pressioni esterne, la scarsità di risorse non aiutano la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale. I bisogni restano non udibili e il domino continua: la scuola soffre di deficit di ascolto dentro e fuori dalle aule, fuori perché chi chiede è inascoltato e dentro perché la capacità di attesa e ascolto pare la caratteristica più latente dei nuovi alunni; ma d’altra parte docenti e dirigenti, che dovrebbero educare tale propensione ad ascoltare, essi stessi denunciano di essere poco considerati. Un circolo vizioso: di questo prioritariamente c’è bisogno, nella scuola e nella comunità dei credenti. Non tanto guide che si pongano sopra o davanti, ma responsabili testimoni disponibili a mettersi al fianco, per non lasciare isolato e disorientato chi si assume la responsabilità educativa. Una nuova pedagogia dell’ascolto urge alla nostra scuola, perché è la condizione, lo specchio entro il quale alunni e studenti si possono sentire riconosciuti e sostenuti. La capacità di ascolto di una comunità include generazioni e condizioni diverse in una dinamica nella quale conoscere è per prima cosa imparare a porsi e a porre domande. Così il circolo diviene virtuoso. I primi gesti dei due nuovi vertici – Vescovo e provveditore – sembrano confermare l’attenzione alla realtà in cui si colloca il loro operato: al mondo scolastico, credenti e no, il compito di raccogliere tale disponibilità, con la franchezza e lo spirito costruttivo che rendono autentico un dialogo.