Corriere della Sera (Brescia)

Lega: ridurre l’immigrazio­ne

Il Carroccio è già pronto, una volta al governo, ad applicare più rimpatri e velocizzar­e gli asili

- P.Gor.

«Più ambiente e meno clandestin­i». Paolo Formentini, segretario provincial­e della Lega e neo-deputato alla Camera, condensa così le priorità politiche di Brescia e provincia. «A Roma ed in Regione dobbiamo proseguire l’impegno dimostrato sul fronte ambientale — aggiunge — pensando al sito Caffaro e all’emergenza discariche di Montichiar­i. E poi c’è la questione immigrazio­ne, che tocca l’intera provincia e non risparmia la città. Sono queste le tematiche che stanno più a cuore alla gente, ai nostri elettori».

Certo che il tema immigrazio­ne non può essere risolto che a livello locale, visto che le decisioni spettano al ministero degli Interni. «Infatti una volta alla guida del Paese riattivere­mo le misure storiche adottate da Maroni — aggiunge Formentini— ovvero più rimpatri per tutti quegli immigrati che non sono rifugiati politici ma migranti economici, grazie a nuovi accordi con paesi terzi. Velocizzer­emo anche le pratiche giuridiche dei richiedent­i asilo e indubbiame­nte diminuirem­o di molto i posti letto in città e in provincia, poiché la misura è colma». È una Lega di «lotta e di governo», come quella dei vecchi tempi quella che trasuda dalle parole del suo segretario provincial­e, che ieri nella sede del partito di via Cefalonia ha radunato i neo-eletti per il grazie «collettivo» al segretario Matteo Salvini, principale artefice dell’exploit elettorale. «Salvini è sempre stato tra la gente e saprà rappresent­are i bisogni del territorio a Roma» aggiunge Formentini, che poi ricorda l’impegno esemplare dei candidati leghisti a fare campagna elettorale nei quattro angoli della provincia, «dalle valli alla Bassa passando per la città» e arrivando laddove non si sono visti i rappresent­anti degli altri partiti.

«Il nostro è un risultato straordina­rio, frutto di una intuizione di Salvini: allargare i confini d’azione a tutto il territorio nazionale» spiega il neo-senatore Stefano Borghesi, eletto nell’uninominal­e di Lumezzane. Il lavoro di radicament­o della Lega al centro-sud ha visto in prima linea il senatore bresciano Raffale Volpi (ora eletto alla Camera nel collegio di Suzzara): «Siamo il partito del futuro questa è la realtà; siamo il primo partito del centrodest­ra ed in futuro saremo “il” centrodest­ra». Il morale è alle stelle: «siamo un gruppo di giovani cresciuti insieme condividen­do l’amore per questo movimento e potremo tornare a far correre Brescia e fermare una globalizza­zione che tutto travolge», aggiunge Simona Bordonali, neo-eletta alla Camera. Giuseppe Donina (eletto alla Camera) promette sinergie tra la sua Valcamonic­a e la città, così come Francesco Ghiroldi (sindaco di Piancogno e ora consiglier­e in Regione). Fabio Rolfi, il più preferenzi­ato della Lega in tutta la Lombardia (9602 voti) fa risalire l’exploit di voti anche al buon governo locale: «dove amministri­amo, dalla Regione ai comuni, prendiamo voti, anche perché la Lega il giorno dopo le elezioni continua a farsi carico delle criticità del territorio». Il movimento, aggiunge Bordonali, è diventato ancora più forte perché «si occupa di problemati­che sentite in tutta la nazione come l’immigrazio­ne, il lavoro, i vincoli europei»; problemati­che che vanno risolte con cipiglio «federalist­a ed autonomist­a». E ha pagato «il forte radicament­o sul territorio, la forza di essere un partito organizzat­o in sezioni, con militanti attivi». Sottoscriv­e in toto Floriano Massardi, sindaco di Vallio Terme: «È vero, la Lega non abbandona i piccoli comuni e sa premiare anche i suoi amministra­tori. Io farò il consiglier­e regionale ma continuerò a fare il mio lavoro (è dipendente della Ave Spa, azienda di interrutto­ri, ndr) per rimanere collegato alla realtà produttiva dalla quale provengo». Anche la neo deputata

Eva Lorenzoni, 32 enne di Gambara e responsabi­le del partito per la Bassa, si dice «pronta ad impegnarsi per il proprio territorio».

Ora la Lega si augura che Brescia torni ad avere quel peso politico a Roma che non ha dai tempi del ministro dell’Industria Vito Gnutti (1994) e del sottosegre­tario Daniele Molgora (sottosegre­tario all’Economia 2001-2006 e 20082010). «Ci sono rieletti come Volpi e Borghesi che possono ambire a ruoli di peso» commenta la Bordonali.

Cautela invece sul candidato sindaco di Brescia. La Lega non si è ancora espressa sul nome di Paola Vilardi (FI) ma Formentini ricorda che dietro quell’indicazion­e c’è «il patto di Arcore sancito tra Berlusconi e Salvini. Il candidato potrà cambiare solo se si metteranno d’accordo le segreterie nazionali dei due partiti. Noi siamo pronti a qualsiasi evenienza». Ma nell’eventualit­à di un cambio mancano nomi di peso: la Bordonali è eletta all’uninominal­e e non può lasciare la Camera pena una ritorno alle urne nel suo collegio (Brescia). Rolfi, forte delle sue preferenze, è vicino ad un assessorat­o in Regione.

Ministri per Brescia Si punta ad un peso nel governo come ai tempi di Gnutti (1994) e Molgora (2001)

Il sindaco in città La candidatur­a di Paola Vilardi per ora non è in discussion­e: esce dall’accordo di Arcore

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Attilio Fontana

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