Corriere della Sera (Brescia)

Parolini & co: ecco i delusi

- Di Bendinelli Trebeschi

Mauro Parolini, dal 2014 assessore regionale al commercio e turismo nella giunta Maroni, è uno dei grandi esclusi dal consiglio regionale. Candidato a sostegno di Fontana nella lista «Noi con l’Italia – Udc» le 3.111 preferenze prese (praticamen­te un terzo dei voti presi nel complesso dal movimento a Brescia) non sono bastate a farlo eleggere. Per lui è una prima volta fuori dai banchi da parecchio tempo: nel 1995 era consiglier­e provincial­e, poi assessore sempre in Provincia, dal 2010 in regione. Col Pdl. Vi entrò con 19mila preferenze: «Altri tempi: adesso non sarebbe possibile per nessuno ripetere un risultato del genere.

Deluso dal risultato questa volta?

«Per i voti pare che il seggio spettasse a me, ma per un meccanismo della legge elettorale è andato a Milano. Magra consolazio­ne comunque, anche se devo dire che a Brescia, alle regionali, abbiamo preso il 60% di voti in più delle politiche. Evidenteme­nte un po’ di elettori hanno riconosciu­to il mio lavoro e quello di altri validi candidati».

Avete preso l’1,32%…

«Il fatto di avere un veicolo nuovo e un po’ piccolo non ha aiutato, così come la scarsa visibilità mediatica ma, più in generale, tutti i partiti moderati sono stati penalizzat­i in questa campagna elettorale. C’è stata poca possibilit­à di esprimere argomentaz­ioni pacate».

Moderati penalizzat­i: non avevate scommesso proprio sul contrario?

«Certo, ma nella campagna elettorale c’è stata una svolta significat­iva come quella di Macerata che ha cambiato profondame­nte il segno. E il ragionare sui progetti per i prossimi cinque anni non è stato più possibile».

La Lega ha fatto il pieno. Magari crescerà ancora...

«Aspettiamo, ogni elezione ha la sua storia. Di sicuro la Lega ha vinto la scommessa del passaggio generazion­ale e di questo va dato atto a Salvini. È opportuno che qualcosa del genere avvenga anche nell’area moderata. Tema non solo nostro: nel Pd stanno rottamando il rottamator­e, che si è dimostrato incapace di gestire il successo».

Torniamo al centrodest­ra moderato.

«Il successo della Lega da una parte e il risultato nostro e di Forza Italia dall’altra impone una riflession­e doverosa. Far finta di niente sarebbe pericoloso e dobbiamo chiederci come fa il partito popolare europeo a rilanciars­i in Italia».

Prospettiv­e politiche nazionali?

«È da tempo che governiamo con la Lega. È giusto che questa alleanza provi a trovare i numeri per governare».

E a Brescia?

«Gli accordi e gli impegni si rispettano. Quello su Brescia (Paola Vilardi candidata del centrodest­ra, ndr) mi pare sia già stato formalizza­to. Non c’è motivo per cambiare ora».

E lei cosa farà: tornerà a fare l’ingegnere?

«Non ho mai smesso di farlo. Per il resto non ho ansia né fretta. E c’è un gruppo di amici con i quali ho lavorato insieme in questa campagna elettorale che meritano di essere sostenuti».

La passione le è rimasta.. «Certo, abbiamo tante cose da fare. E poi guardi: c’è un ex parlamenta­re ex sindaco di Brescia che è rimasto fermo per cinque anni e ora è senatore. La democrazia è bella anche per questo». Per cui, magari, basta saltare un giro.

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Mauro Parolini Penalizzat­o dal sistema elettorale

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