Gallarate, la rivolta degli ambulanti «No al Mercato di Forte dei Marmi»
Confesercenti contro l’evento di domenica: ci danneggia. Il sindaco: protesta assurda
VARESE Bancarella selvaggia a Gallarate dove l’arrivo di mercati alternativi a quello ufficiale fa scatenare la polemica. La Confesercenti contesta il Comune che ha permesso lo svolgersi di una manifestazione con il «Mercato di Forte dei Marmi», domenica prossima, 11 marzo. Gli ambulanti del sabato, quelli che ogni settimana vendono la loro mercanzia nell’area di via Torino, hanno paura che la presenza di circa 50 bancarelle, il giorno successivo, possa rovinare gli affari del week end. La Confesercenti ha spedito una lettera al sindaco in cui mette l’accento su un aspetto: «Il risultato netto di queste manifestazioni è un impoverimento diffuso della piccola imprenditoria locale, già duramente colpita dalla crisi economica».
Il sindaco leghista Andrea Cassani non la vede così: «Io faccio la collezione di polemiche — dice con ironia — ma questa è tra le meno fondate. Il Mercato di Forte dei Marmi propone delle bancarelle diverse da quelle degli ambulanti gallaratesi. Il senso della nostra iniziativa è un altro, si tratta di una manifestazione a cadenza annuale che è stata pensata per attrarre visitatori nella nostra città, mentre il tradizionale appuntamento del sabato con il mercato cittadino non viene minimamente toccato».
Il mercatino della discordia sarà posizionato in via Matteotti, cioè non lontano dal mercato ufficiale. Ma c’è anche un altro aspetto che indispettisce gli ambulanti. In realtà, una sorta di manifestazione simile l’avevano proposta anche gli esponenti di Anva Confesercenti, il gruppo di categoria del commercio ambulante. Si chiama «I mercanti dei 7 laghi» e vuole riproporre il format del mercato itinerante di Forte dei Marmi ma con esercenti della zona. L’associazione dice che il permesso per questa manifestazione è stato negato. In effetti il sindaco non smentisce di non avere grande simpatia per il mercatino ispirato a Forte dei Marmi e il motivo va cercato in un ordine del giorno che la Lega ha presentato nel 2015 in consiglio regionale, in cui si chiedeva di evitare la proliferazione di mercatini che fossero solo un’imitazione di quello toscano. Insomma, diffidare dalle imitazioni. «Il Mercato di Forte dei Marmi che abbiano contattato è quello originale, mentre ve ne sono in giro alcuni taroccati» osserva il sindaco.
L’ordine del giorno fu presentato dal capogruppo leghista Massimiliano Romeo e richiamava gli enti locali, e la Regione, a considerare che solo il Consorzio di Forte dei Marmi, dal 2002, vende merce di qualità e produce artigianato italiano. In Comune sono stupiti dalla posizione presa dagli ambulanti, visto che la manifestazione si svolge solo per un giorno, ma il sindaco Cassani è abituato a un certo trambusto nel commercio locale. «È vero che c’è una sensibilità molto spiccata — osserva il primo cittadino — visto che la crisi da molti anni ha messo in difficoltà il commercio, ma a dirla tutta io credo che il Mercato di Forte dei Marmi avrebbe dovuto disturbare più le boutique e i negozi che non le bancarelle degli ambulanti, che magari vendono canottiere».
Altro discorso è invece quello delle vendite benefiche che da tempo sono oggetto di una vera e propria disfida: «I fioristi si lamentano del lavoro che viene loro sottratto dalla beneficenza — spiega ancora Cassani — ma non solo perché perdono incassi. Si lamentano anche del fatto che i fiori utilizzati sono acquistati in Olanda e appassiscono prima. Il risultato, a loro dire, è che i clienti avrebbero così l’impressione che a Gallarate si vendono piante e fiori scadenti. E non sarebbe una buona pubblicità. È un problema che abbiamo risolto in commissione commercio — conclude il sindaco — limitando tempi e spazi delle vendite solidaristiche, seguendo quanto ci era stato indicato dal consiglio regionale».
Bancarelle Il risultato di queste iniziative è l’impoverimento diffuso del piccolo commercio locale già duramente colpito dalla crisi economica
Il Comune Polemica che non ha ragione di esistere È una manifestazione pensata per attrarre visitatori e si svolge un solo giorno all’anno