Rolfi: «Patto bipartisan per il nostro territorio»
Il consigliere e futuro assessore promette più fondi per i trasporti e una stretta al «business» dei rifiuti
Fabio Rolfi, l’esponente leghista campione di preferenze in forza delle quali può aspirare ad un ruolo da assessore regionale, traccia con il Corriere scenari per gli impegni futuri e lancia un patto bipartisan per il territorio.
Consigliere Rolfi, con le preferenze che ha incassato può chiedere a Fontana l’assessorato che vuole...
«Non funziona così. Non vanno fatte richieste e imposizioni. Credo che Fontana sappia valorizzare le potenzialità di tutti. Sono diversi gli assessorati importanti, a partire da quello all’Agricoltura. Abbiamo proposto di trasformarlo nell’assessorato al Cibo, affinché si occupi di tutta la filiera agroalimentare e si connetta a turismo e ambiente».
Quindi farà l’assessore all’Agricoltura.
(Silenzio).
Comune e Provincia hanno chiesto più sostegno alla Regione sul fronte trasporti e non solo.
«Serve una lobby bresciana in grado di fare squadra sulle tematiche importanti, bypassando le divisioni politiche per tutelare le grandi peculiarità di Brescia, prima provincia lombarda per produttività, innovazione, agricoltura e nel campo sociale. Insieme dobbiamo fare delle battaglie territoriali come ho fatto sul metro o sulla scuola audiofonetica. Brescia è sottodimensionata nel finanziamento al trasporto pubblico. Un tema concreto di cui ci si dovrà far carico. La prima cosa da fare attuare l’autonomia lombarda che permetterà di avere più risorse per i territori e per far tornare la Provincia un organo elettivo e di autogoverno».
Tra le vostre priorità c’è l’ambiente. Manterrete l’indice di pressione per frenare l’arrivo di altre discariche?
«Assolutamente sì. L’indice di pressione è una grande conquista di civiltà che va difeso anche se rispetto agli alleati sul tema c’è differenza di vedute. L’indice andrebbe arricchito di altri concetti come gli impatti cumulativi: su un territorio, come quello di Montichiari e non solo, non c’è solo l’attività di gestione rifiuti di cui tener conto, ma molte altre fonti inquinanti. Dobbiamo garantire la salute senza compromettere le attività economiche, rendendole sostenibili. Non è sostenibile un’economia che si basa sullo smaltimento di rifiuti prodotti in altre regioni».
Da qui la sua proposta di spegnere la terza linea dell’inceneritore...
«Dobbiamo arrivare all’autosufficienza regionale. La Lombardia non può smaltire i rifiuti delle regioni del Sud. Non si può avere un’economia basata sul trasloco di rifiuti e sull’inefficienza altrui».
C’è molto da fare anche sulla formazione professionale, come chiede Aib e altre associazioni di categoria.
«Il sistema di regione Lombardia è riconosciuto in sede europea come uno dei più efficienti. Certo il percorso formativo di diversi istituti risulta oggi inadeguato. I diplomati si trovano a cimentarsi con macchinari che non hanno avuto modo di conoscere a scuola. Accolgo l’appello di Aib: dobbiamo aumentare il dialogo tra mondo della formazione e dell’impresa».
Altra sfida dormiente da tempo riguarda l’aeroporto.
«Mi iscrivo al club di coloro che per il suo rilancio ritengono necessaria un’alleanza con Bergamo. Su questo tema possono nascere azioni bipartisan con il centrosinistra. Mi impegnerò affinché la Regione abbia un ruolo più marcato nel sistema aeroportuale lombardo; è strategico inizialmente sviluppare il settore cargo a Montichiari».
Il vostro exploit è dovuto principalmente al tema immigrazione. Come lo tratterete?
«Si tratta di attuare un film già visto. Quello che ha fatto Maroni da ministro dell’Interno: respingimenti in mare e centri d’espulsione da riattivare per il rimpatrio degli aspiranti profughi che si sono visti respingere la domanda. Va tolto loro il diritto di ricorso. Perché sono diventati clandestini».
Ora che la Lega ha numeri record anche in città ci ha ripensato a candidarsi sindaco?
«Penso ancora a fare il sindaco ma non a questo giro. Sono maturate altre condizioni. Del Bono può dirsi fortunato».
Se la Lega entrasse nel Governo si auspica un maggior peso politico per Brescia?
«Il voto di domenica è chiarissimo e non si potrà escludere la Lega dal Governo. Mi auguro che i nostri parlamentari, che stimo, possano creare con noi in Regione un’asse forte, nell’interesse del nostro territorio. Veniamo da quattro governi di centrosinistra dove nessun bresciano ha avuto un ruolo nemmeno di sottobosco. Assurdo, per la prima provincia economica d’Italia».
Non corro per la Loggia Io penso ancora a fare il sindaco ma non a questa tornata. Per me sono maturate altre condizioni. Del Bono può dirsi fortunato