Corriere della Sera (Brescia)

L’economia gira, più posti di lavoro ma la ripresa ha troppe variabili

Deaglio (Einaudi): «Servono maggiori infrastrut­ture e investimen­ti pubblici»

- Di Roberto Giulietti

«Non sappiamo dove si va e di certo si cambierà molto velocement­e».

Con un realismo quasi disarmante Mario Deaglio ha presentato ieri sera il 22esimo rapporto sull’economia globale e l’Italia. La sintesi del lavoro del centro di ricerca Luigi Einaudi definito, dallo stesso curatore, «in continua evoluzione» ed influenzat­o da variabili che vanno dai risultati delle elezioni italiane per arrivare agli «annunciati» dazi di Trump.

A influenzar­e i giudizi dell’esperto professore è quell’intreccio tra l’imponente numero di dati con relative analisi e i cambiament­i sociali poco prevedibil­i e non più classifica­bili nelle vecchie categorie. E se cresce un’area di disagio sociale per «l’ineguaglia­nza crescente dei redditi» o per l’utilizzo di internet che ha «rivoluzion­ato la grande distribuzi­one, la scelta della bibita più bevuta al mondo è stata quella di mettere sul mercato una bevanda alcolica».

Certo i segnali positivi anche in Italia non mancano come la «decelerazi­one del tasso di crescita del debito rispetto al Pil» come ha sottolinea­to Giuseppe Russo, tra i collaborat­ori del Rapporto, che ha ricordato anche come «dal minimo picco della crisi (gennaio 2014) si sono recuperati un milione di posti di lavoro anche se con redditi più bassi». Così come viene segnalata una «ancora troppo debole ripresa del settore immobiliar­e» e «un’export che non cresce più agli stessi ritmi degli ultimi anni».

E la metafora utilizzata è illuminant­e: «L’Italia è un aereo che sta viaggiano con un solo motore, l’industria». Il cambio di rotta per tornare a viaggiare con entrambi i motori, a ricordato il professore, «sono gli investimen­ti in opere pubbliche, in infrastrut­ture, nella mancata manutenzio­ne dell’esistente e nella riduzione di quel 13% di Pil di differenza che si registra tra il nord e il sud d’Italia. Eppure i tassi di interesse così bassi sarebbero una straordina­ria opportunit­à».

Un assist per il presidente di Aib, Giuseppe Pasini: «Il sistema Brescia si è salvato per l’export ma oggi non è più sufficient­e. Occorre un aumento dei consumi interni e gli investimen­ti in infrastrut­ture sarebbero un volano importanti­ssimo per la nostra industria».

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Edilizia Il rapporto evidenzia ancora le difficoltà del settore

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