Crimi: governo di scopo 5 Stelle E cerca assessori per la Loggia
Il senatore M5S si appella al buon senso degli avversari E per la Loggia potenziali assessori dalla società civile
«Siamo pronti a governare con chi vuole condividere i nostri venti punti programmatici o buona parte di essi. La strada la indichiamo noi ma siamo aperti a tutti, dal pd alla destra». Il senatore Vito Crimi vede molto probabile un governo di scopo 5 Stelle, previo «compromesso» con le altre forze politiche che vorranno «responsabilmente» sostenerlo, sia il Pd o il centrodestra. I dem non si sono detti disponibili ma il senatore grillino confida nelle consultazioni che arriveranno dopo il 23 marzo. Nel frattempo pensa anche alla Loggia e lancia un appello alla società civile dove si cercheranno potenziali assessori di una potenziale giunta 5 Stelle.
Vito Crimi, 46 anni, senatore Cinque Stelle riconfermato, a chi dice che i numeri per fare un governo non ci sono, replica tranquillo: «Il governo ci sarà e sarà col Cinque Stelle».
Va bene l’ottimismo senatore, ma vi mancano quasi 100 deputati per avere la maggioranza.
«Confido nella ragionevolezza di tanti eletti. Noi qualcosa lo stiamo già facendo e abbiamo detto che siamo pronti a governare con chi vuole condividere i nostri venti punti programmatici o buona parte di essi. La strada la indichiamo noi ma siamo aperti a tutti, dal Pd alla destra».
D’accordo, poi però bisogna sedersi al tavolo. Vi appellate ai parlamentari o alle segreterie dei partiti?
«Ad entrambi. Noi preferiamo il percorso parlamentare, ma ci saranno colloqui e tavoli di lavoro».
Tutto in streaming? «Troppo presto per parlare di queste cose, ne riparliamo ai primi di aprile».
Ma quindi siete disposti a un compromesso, dove ognuno mette e toglie qualNon cosa?
«La soluzione migliore è questa. Non è un’alleanza, nel senso che non è che ci mettiamo prima insieme e poi vediamo. Prima facciamo il programma condiviso e poi si lavora su quello. Chiamatelo governo di scopo, di servizio, di messa in sicurezza del Paese, come preferite. Però partiamo dal programma. Il tema della sicurezza, nelle sue diverse accezioni, non può essere lasciato nelle mani di una sola forza politica. E poi bisogna pensare a chi è rimasto indietro, alle Pmi in difficoltà, a scuola e sanità. Insomma, è ora di rimboccarsi le maniche».
Il Pd non sembra molto disponibile.
«Ho letto e mi fa sorridere: cinque anni fa ci hanno tartassato dicendo che dovevamo sostenere il governo Bersani. Perché ora, a parti invertite, non va bene?».
Ma lei preferirebbe un accordo a destra o a sinistra?
«Non dipende da me, dipende dal buon senso. Il 23 marzo, giorno di insediamento delle Camere (e di relative elezioni dei presidenti) sarà una data importante per capire se ci possono essere eventuali convergenze o se si procede in ordine sparso».
Per la presidenza del Senato si è fatto anche il suo nome.
«Non ci spero proprio. Ho letto che qualcuno ha fatto il mio nome: di solito i primi sono quelli che vengono bruciati».
Nel 2013, quando era seduto in diretta streaming con Bersani, immaginava che oggi il 5 Stelle sarebbe stato in questa posizione?
«I presupposti c’erano tutti. In quel momento la politica non aveva capito cosa era accaduto e ha continuato a non farlo. Il risultato di oggi è lì a dimostrarlo. Anche quello alla Lega è un voto per il cambiamento di persone stanche della solita minestra, non possiamo ridurlo solo al tema sicurezza e immigrazione».
Ha pesato molto anche la crisi in questo risultato?
«Sì, di sicuro, un disagio, che non è solo economico».
Il ministro Carlo Calenda ha difeso l’operato del Governo, ma ha detto che lo sbaglio è stato occuparsi solo dei vincenti e non degli esclusi.
«Ma scusi: Calenda non era ministro? Il Pd e il centrosinistra non sono entità astratte, sono Renzi, Calenda, Padoan, Alfano. Persone che hanno o non hanno fatto qualcosa».
A Brescia il Cinque Stelle non ha sfondato...
«Siamo stabili o in lieve crescita, ma qui c’è la Lega. Il dato vero mi sembra però il crollo di Pd e Forza Italia».
è che diventate la Lega del Sud?
«I numeri dicono che siamo ovunque. La prima donna eletta in Val d’Aosta è del Cinque Stelle, in Piemonte siamo primi. Poi, certo, qualcuno potrebbe vedere la riproposizione del regno sabaudo e delle due Sicilie...».
A Brescia fra un po’ si vota per la Loggia.
«Stiamo lavorando sul programma, presenteremo presto la squadra, le vicende nazionali ci diranno che siamo capaci di amministrare. Faremo meglio dell’ultima volta».
Dopo gli aspiranti ministri, la presentazione anticipata degli assessori?
«Non so se ce la faremo, diciamo che ci piacerebbe riuscire a farlo. Dipenderà trovare gente che ha fiducia in noi e ha voglia di metterci la faccia. Lo veda anche come un appello».