Corriere della Sera (Brescia)

Orlando pronto a lasciare

Il segretario provincial­e sconfitto alle regionali: serve un vero congresso

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Michele Orlando, segretario provincial­e Pd, rigetta l’ipotesi di accordi con M5S e dopo la sua sconfitta alle Regionali è pronto a lasciare.

Sono da poco passate le 14 e Michele Orlando, segretario provincial­e del Pd dall’autunno 2013, risponde al telefono.

Buongiorno, posso disturbarl­a? Ha finito di pranzare?

«Guardi, ne ho da digerire: non sarà certo una pizza il problema».

Già, le elezioni...

«Che non fosse aria era chiaro da tempo ma un risultato così negativo non me lo aspettavo: né a livello nazionale né in Regione, dove resto convinto che Gori fosse un buon candidato».

E il suo risultato personale? Milleseice­nto preferenze sono un po’ pochine per un segretario provincial­e.

«Sapevo di non avere grandi possibilit­à, soprattutt­o dopo il ticket Girelli-Cominelli. Ma se un segretario provincial­e arriva quarto è doveroso trarne le conseguenz­e. E mi prendo tutte le responsabi­lità, anche quelle non mie».

Ha intenzione di dimettersi?

«Guardi, come segretario sono già in proroga dall’autunno scorso, proprio a causa delle elezioni. Fra tre mesi si vota per la Loggia e il mio mandato termina comunque. Ad ogni modo prendo atto che dopo aver fatto un percorso unitario, al momento di fare le liste sono saltate fuori tutte le aree. Poi, certo, il nazionale ci ha messo del suo, non tenendo conto delle istanze del territorio».

E adesso, col Pd ridotto così, che si dovrebbe fare?

«Serve un congresso vero. Metto i titoli: globalizza­zione, finanziari­zzazione dell’economia, immigrazio­ne, automazion­e, demografia. In tanti sono spaventati e chiedono protezione. Alcuni hanno dato risposte illusorie. A noi è mancata la visione. Dobbiamo discutere davvero, non accontenta­rci delle primarie».

Già finita la teoria del partito liquido?

«Guardi che qui rischiamo di diventare evanescent­i. Meno nomi e più progetto, ecco quel che ci serve ora. Con l’orgoglio di aver risollevat­o un paese che abbiamo trovato in ginocchio e di avergli fatto fare grandi passi in avanti sui diritti civili».

Sul piano nazionale come la vede?

«Escludo alleanze con gli altri. Quelli che hanno fatto grandi promesse: adesso vedremo la loro credibilit­à».

Ma qualche “responsabi­le” che sostiene non lo si trova secondo lei?

«La tendenza all’autoconser­vazione degli eletti è molto diffusa, ma il voto è stato chiaro: la palla spetta ad altri. E poi, scusi, non sono sempre stati contrari agli inciuci? Ne vengano fuori da soli, ora».

Preoccupat­o per le elezioni amministra­tive in città?

«Sono fiducioso. Il sindaco ha lavorato bene e guida una bella squadra. E anche i voti presi in città, insieme a quelli di LeU dicono che la partita è aperta».

Scontato quindi che ci sarà anche LeU?

«Beh, spero proprio di sì: i problemi sono già stati risolti da settimane e in questo momento abbiamo già i tavoli programmat­ici aperti». (t.b.)

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