Il Shostakovich di Claus Peter Flor
La Verdi riabbraccia il suo direttore musicale col quale già da anni aveva avviato un’intensa collaborazione e con cui, nelle ultime stagioni, ha affrontato l’integrale delle sinfonie beethoveniane e sta maturando il grande repertorio ottocentesco e tardo romantico. Claus Peter Flor torna stasera in Auditorium (ore 20, domenica ore 16, largo Mahler, € 16-36 + prev., tel. 02.83.38.94.01), ed è quasi una festa di compleanno: il maestro tedesco compirà 64 anni tra una settimana. Una festa anticipata, nella quale Flor ha deciso di allontanarsi dagli amati Mahler e Bruckner per omaggiare un autore comunque assai familiare ai professori dell’orchestra dei Navigli: Dmitrij Shostakovich. La Verdi è stata infatti la prima formazione italiana a incidere l’integrale delle quindici sinfonie e più volte in questi anni le ha riproposte al suo pubblico. Oggi Flor sceglie l’ottava, che il compositore pietroburghese scrisse nel 1943. Nella prima parte campeggiano gli splendidi «Vier letzte Lieder» di Richard Strauss, che amava definire semplicemente «gli ultimi»; li scrisse infatti nel 1946, ormai anziano e non li ascoltò mai dal vivo. Ad intonare le tre liriche «Frühling», «September» e «Beim Schlafengehe» di Hesse cui si aggiunge la poesia «Im Abendrot» di Eichendorff è il soprano Gal James.