Rogo doloso al centro Ogm «Lanciate bombe molotov»
Cremona, le telecamere hanno ripreso tre persone
CREMONA Dalle 4 alle 15 di ieri. Tanto i vigili del fuoco, con squadre arrivate da Cremona, Mantova e Crema, sono stati impegnati per riuscire a domare il rogo sprigionatosi nel centro che la Pioneer, del gruppo americano Dupont (uno dei più grandi produttori di Ogm al mondo), ha aperto a Pessina Cremonese nel 2008. La vigilanza privata è stata allertata dal sistema di controlli del sito e ha poi fatto intervenire i pompieri. Le fiamme hanno avvolto il laboratorio, il locale ricerche, gli uffici amministrativi e il magazzino di stoccaggio dei semi. Metà stabilimento è andato distrutto, gravemente lesionato anche il tetto.
In via Madre Teresa di Calcutta, dove lavorano 12 dipendenti più gli stagionali, si conducono studi e sperimentazioni sugli ibridi di mais, girasole, sorgo e colza e le varietà di soia, erba medica e frumento. Non ci sono state conseguenze per le persone perché a quell’ora l’azienda è chiusa, ma i danni materiali sono ingenti. Si parla di alcune migliaia di euro. Sono in corso gli accertamenti da parte della Compagnia dei carabinieri di Cremona che non escludono nessuna ipotesi. Anche se al momento quella dell’incendio doloso è la più accreditata. I militari hanno prelevato strumentazione informatica. Le telecamere avrebbero ripreso un commando formato da almeno due, forse tre, elementi scavalcare la recinzione e lanciare quelle che sembrano bottiglie incendiarie. Pare anche che il centro ricerche abbia ricevuto in passato minacce. «Mi spiace per la società ma sono preoccupata anche per i dipendenti e l’indotto», commenta la sindaca di Pessina, Virginia Susta. Probabilmente l’impianto resterà inattivo a lungo. «Aspettiamo di poterlo visionare», dicono alla Pioneer. Quanto accaduto presenta analogie con l’attacco eco-terrorista messo a segno la notte di Pasqua 2017 contro un’altra multinazionale americana dell’agricoltura transgenica, la Monsanto di Olmeneta, sempre in provincia di Cremona. In quel caso erano state ritrovate quattro molotov e il gesto era stato rivendicato con una grande scritta all’esterno del fabbricato: «Bayer-Monsanto matrimonio criminale. No Ogm».