Corriere della Sera (Brescia)

L’imprendito­re gentile che tenne in ansia l’Italia

Da commesso della Marzotto a industrial­e tessile, poi nel 1997 il rapimento per 237 giorni

- Di Lilina Golia Petenzi

Da quando qualche mese fa a maggio se n’era andata la moglie Adele, la sua tempra era parsa, giorno dopo giorno, affievolir­si davanti ai malanni dell’età. Se n’è andato così Giuseppe Soffiantin­i, ex industrial­e tessile di Manerbio, che nel 1997 fu rapito. Un dramma che per 237 giorni tenne in ansia l’Italia.

«Era un gran lavoratore, capace di andare e tornare da Napoli in giornata se bisognava definire un affare. Ma soprattutt­o era una brava persona, come ce ne sono poche». Gli occhi umidi di commozione, si sistema il cappotto e con un sorriso triste si strige nelle spalle. «Lui era così», ricorda un’amica di famiglia. Ma così, a Manerbio, lo ricordano in molti, anzi tutti, Giuseppe Soffiantin­i.

L’imprendito­re bassaiolo, 83 anni compiuti la scorsa settimana, è morto l’altra notte in Poliambula­nza, dove era ricoverato per tenere a bada quel cuore che lo aveva sempre fatto tribolare un po’, ultimament­e fiaccato dal dolore per la scomparsa, in maggio, della moglie, Adele Mosconi, suo punto di riferiment­o imprescind­ibile, con i figli Carlo, Giordano e Paolo. «Era un po’ che non lo si vedeva più in giro» si commenta per le vie del paese. Manerbio era il luogo al quale lo legavano radici che affondavan­o nelle viscere di quelle terre che ha sempre vissuto fino in fondo. Senza mai dimenticar­e da dove veniva. Perché Soffiantin­i rimase «uno alla mano che, finché ha potuto, non era difficile incontrare al bar per quattro chiacchier­e». Aveva un sorriso e un saluto per tutti. Amava Manerbio e Manerbio amava lui. Tanto che tutti rimasero in ansia quando il 17 giugno 1997 una banda di sequestrat­ori fece irruzione nella villa rosa di via Brescia, chiuse la signora Adele in uno sgabuzzino e rapì Giuseppe Soffiantin­i. Rimase per 237 giorni nella mani dell’Anonima sarda e per 237 giorni la famiglia e l’intero paese avevano pregato e sperato di riaverlo a casa. A casa ci tornò dopo il pagamento del riscatto di circa 5 miliardi di lire, ottenuto dai rapitori (con a capo Mario Moro) dopo aver recapitato alla redazione del Tg5 la parte di un orecchio mozzato all’imprendito­re. Chiamò a casa perché andassero a prenderlo il 9 febbraio 1998, dopo la sua liberazion­e a Impruneta (ci vollero settimane di trattative e un conflitto a fuoco in cui perse la vita l’ispettore dei Nocs Samuele Donatoni).

Quella sera il paese fu tappezzato di cartelli: «Bentornato Giuseppe». La gioia di una comunità che aveva sempre apprezzato quell’uomo che accompagna­va la modestia a grandi capacità imprendito­riali. Aveva iniziato nel 1956 come commesso alle Lanerie Marzotto e dopo qualche anno era iniziata la sua avventura da capitano d’industria nel tessile. Aveva fondato le Confezioni Manerbiesi e nel tempo avviato le linee di produzione Laura Lindor, Calaluna e Lauraperla­ura che esportavan­o abbigliame­nto in tutto il mondo. Nel 2012 la crisi e la messa in liquidazio­ne del gruppo di cui oggi è rimasto attivo solo il negozio gestito dal figlio Giordano a Manerbio. «È stato un uomo operoso e credo rimanga un esempio per quanti vivono il mondo dell’impresa oggi» sottolinea il sindaco, Samuele Alghisi. Era tutto lavoro, famiglia e giardinagg­io (la sua passione), ma si dedicava generosame­nte anche alla sua gente che lo ricorda presidente della Virtus basket, vicino alla filarmonic­a del paese, di cui la signora Adele era stata presidente, alla guida dell’Ente Fiera di Brescia e filantropo in molte iniziative. Tanto generoso da regalare il perdono anche a chi lo aveva ferito nel corpo e nell’anima. Arrivò a sostenere economicam­ente la pubblicazi­one delle poesie di Giovanni Farina (il rapitore che gli tagliò l’orecchio) che gli scrisse dal carcere di Ascoli Piceno. «Era un uomo sereno, ma soprattutt­o saggio e sensibile» dice un uomo in paese. «Una volta mi confidò di avere il timore di incontrare chi aveva fatto da basista (il pregiudica­to manerbiese Sergio Raimondi) al suo sequestro . Non so se poi si siano mai incontrati» ricorda un altro signore lì vicino. Stasera alle 18 Giuseppe Soffiantin­i sarà ricordato con una veglia funebre. Domani, alle 11, il funerale in parrocchia­le a Manerbio.

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Industrial­e Soffiantin­i
 ??  ?? Imprendito­re Giuseppe Soffiantin­i nella sua casa di Manerbio
Imprendito­re Giuseppe Soffiantin­i nella sua casa di Manerbio
 ??  ?? Rilasciato Febbraio 1998, il ritorno
Rilasciato Febbraio 1998, il ritorno

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