Welfare, più servizi e lista unica per Rsa
L’assessore: «Una macchina impostata all’accoglienza dei bisogni della città»
Risposte più rapide e più adeguate ai bisogni dei cittadini. È l’obiettivo finale della riforma Scalvini, l’assessore ai Servizi sociali ha già ottenuto risultati interessanti su alcuni fronti (l’ha annunciato ieri in commissione tirando le fila del lavoro fatto in questi anni). Sono cresciuti i servizi per i bambini e anche per gli anziani. Per questi ultimi si sono moltiplicati i progetti «a domicilio» e di telesoccorso. Ieri in commissione è stato anche firmato il protocollo definitivo sulla lista unica (con l’Ats di Brescia), che mira a snellire i tempi per coloro che cercano un posto in una casa di riposo e coinvolge tutte le Rsa in città e a Collebeato.
La riforma del welfare di Brescia punta a dare «risposte più rapide e più adeguate ai bisogni della città. Ma su alcuni fronti abbiamo già alcuni risultati interessanti» spiega l’assessore ai Servizi sociali Felice Scalvini. Nel campo della disabilità, la Loggia ha dovuto gestire quaranta persone in lista: «Adesso le liste d’attesa per i servizi diurni non esistono più, strutturalmente» assicura Scalvini.
Crescono i servizi post-scolastici come «Vivi il quartiere» (873 i bambini che partecipano), ma in questi anni il Comune ha anche «sostenuto in modo uniforme l’attività di animazione dei centri diurni per anziani». C’è poi il capitolo dei nidi e dei servizi per l’infanzia: si calcola che siano 246 i bimbi che frequentano i «Tempi per le famiglie». Cioè spazi previsti all’asilo per le mamme (ma anche le nonne, i papà, le tate) e i loro piccoli: numeri in crescita, che l’assessore Scalvini considera «positivi». Non solo. Un momento di condivisione che «diventa un grande fattore di integrazione: infatti registriamo parecchi bambini che hanno almeno un genitore straniero». L’integrazione quindi si costruisce anche così, cercando di supportare i genitori in quanto tali e «rompendo la solitudine» di chi ha difficoltà a parlare l’italiano.
Infine, sul fronte degli anziani, si moltiplicano i progetti «a domicilio» e di telesoccorso. Ieri in commissione è stato anche firmato il protocollo definitivo sulla lista unica (con l’Ats di Brescia), che mira a snellire i tempi per coloro che cercano un posto in una casa di riposo e coinvolge tutte le Rsa in città e a Collebeato (eccezione fatta per la Pasotti Cottinelli).
Insomma, quella del nuovo welfare della Loggia è «una macchina che è andata a regime per il 70%, ma è già impostata — assicura Scalvini— per un potenziale di sempre maggiore vicinanza e accoglienza nei confronti di tutti i bisogni della città».
La logica del progetto «Brescia città del noi» è che il Comune non sia più e non sia tanto erogatore di servizi, ma regista e propulsore della capacità della comunità di rispondere alle necessità sociali. In altre parole, gli erogatori saranno sempre più gli altri: cooperative, privato sociale, volontariato, fondazioni, associazioni. Non a caso, i cosiddetti «produttori organizzati di welfare» stanno aumentando: erano 262 nel 2015, se ne contavano 318 due anni fa. E in parallelo anche i servizi offerti crescono, da 703 a 767. Sembra quasi una logica di sussidiarietà. Ma questa «macchina» va organizzata e guidata: ecco perché il timone della nave è e resta in mano al Comune.
L’assessorato ai Servizi sociali ha iniziato anche una riorganizzazione del settore con cinque uffici territoriali e la nascita di diversi «Punti di comunità», che rappresentano una risposta di welfare più adatta alle esigenze dei quartieri. Questo progetto è in crescita: erano nove nel 2015, ad oggi sono 16, con altri cinque in corso di sviluppo. L’auspicio è arrivare a 33, ma gli spazi di crescita ci sono: «I bandi sono sempre aperti» dice Scalvini.
Scalvini L’auspicio è che i Punti di comunità arrivino a 33, i bandi sono aperti
offerta formativa per laureati a Brescia si arricchisce di una grande novità: il master quadriennale della Scuola Adleriana di psicoterapia dell’Istituto Alfred Adler di via Malta 12. Psicologi e laureati in Medicina intenzionati a diventare psicoterapeuti non dovranno più emigrare fuori provincia. L’abilitazione al master è definiva dal 13 marzo, giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del parere positivo dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario. La scuola di specializzazione (500 ore annue, di cui almeno 200 di tirocinio e una frequenza minima del 75% delle lezioni) avrà un massimo di 15 iscritti l’anno. Ci sarà un primo biennio più teorico e uno più pratico, affinato dall’analisi personale. Per i non addetti ai lavori, Adler è stato — con Freud e Jung — il più importante studioso della psicologia del profondo. Ma non ha ridotto tutto all’inconscio e ai traumi infantili: fondamentale per la comprensione dell’individuo è il rapporto tra corpo e psiche, tra individuo e famiglia e società (è stato il progenitore delle costellazioni familiari). Tutte le informazioni su twww.scuolaadlerianabre scia.it