Psicologo in classe in 12 istituti Da domani pure a Scuola bottega
Il progetto voluto dalla Loggia si rivolge a più di 6 mila ragazzi
I problemi a inserirsi in gruppo, le difficoltà nei rapporti con gli insegnanti, la mancanza di comunicazione con mamma e papà. Problemi che nella fase dell’adolescenza richiedono ascolto, ma che spesso si fatica a raccontare in famiglia. Per prevenire le situazioni di disagio e per evitare che diventino pesi insostenibili, il Comune di Brescia, da quattro anni a questa parte, ha avviato il progetto «Lo psicologo a scuola», attivato in 12 istituti comprensivi della città, cui fanno riferimento 20 scuole medie. «Ad oggi ci rivolgiamo a circa 5mila ragazzi attraverso l’impegno consulenza della Cooperativa sociale Fraternità creativa onlus», spiega l’assessore all’istruzione, Roberta Morelli.
Ma da venerdì prossimo il progetto coinvolgerà anche i 1.200 studenti del CFP Scuola Bottega, primo istituto superiore della città ad avvalersi dello sportello di ascolto, inserito nelle politiche per l’educazione alla salute e il benessere dei ragazzi promosse dalla Loggia. «Per noi è una grande opportunità — evidenzia la dirigente dell’istituto, Maria Piovesan — e per i ragazzi lo sportello rappresenta uno stimolo importante ad aprirsi, con la possibilità di essere ascoltati in riservatezza, nel rispetto di quella intimità personale, acquisita con la crescita, che in famiglia rappresenta un ostacolo». Fino alla fine dell’anno gli esperti della Fraternità creativa saranno a disposizione degli studenti per 50 ore nelle sedi di via Carducci e via Ragazzi del ’99. Incontri individuali di circa mezz’ora in uno spazio di accoglienza e ascolto per superare le difficoltà e far emergere le proprie risorse personali. Un esame degli accessi allo sportello da parte dei ragazzi delle scuole medie evidenzia l’acquisizione crescente di sicurezza.
Se all’avvio del progetto erano soprattutto i ragazzi di seconda e terza media a chiedere un sostegno psicologico, il bilancio dell’ultimo quadrimestre racconta un’inversione di tendenza, con un’impennata delle frequenze da parte degli studenti di prima. Dallo scorso settembre si sono contati 650 colloqui per 373 ragazzi (222 ragazze), di cui un terzo di origine straniera. Oltre il 40% frequenta il primo anno. «Le problematiche sono le più diverse e abbiamo cercato di suddividerle in quattro gruppi – spiega Stefano Chiari, responsabile del servizio di formazione e consulenza psicopedagogica della Fraternità creativa – e, pur avendo registrato un solo caso di bullismo, le difficoltà maggiori tra i ragazzi sono quelle di relazione, soprattutto con i compagni di scuola o i coetanei e, in minima parte, con gli insegnanti. Ci sono poi le difficoltà espressive ed emotive date dall’ansia da prestazione o dalla paura di non essere accettati nel gruppo. In famiglia si risente molto della separazione dei genitori, oppure di lutti e trasferimenti e non mancano dissidi profondi con uno dei due genitori. Da ultimo ci sono i problemi legati al rendimento scolastico, alle difficoltà di trovare un metodo di studio». Negli anni scorsi , grazie anche all’attenzione posta dagli insegnanti alle dinamiche della classe, non si sono presentate criticità particolari, anche se per i casi più complessi gli psicologi hanno coinvolto i dirigenti scolastici e anche i consigli di classe.
Morelli L’impegno della consulenza è della Cooperativa sociale Fraternità creativa onlus