Abitazioni e benzinai, presa la banda dei «trasfertisti»
Da Pioltello e Melzo furti in mezza Lombardia. Le colonnine self service svuotate in cinque minuti
MONZA Ad aprire una colonnina per i pagamenti self service di una pompa di benzina e a svuotarne la cassa, ci impiegavano tra i 4 e i 6 minuti. Ognuno col suo ruolo (il capo, l’autista, il palo, lo scassinatore), tutte le sere, da lunedì a venerdì. Prima si dedicavano a furti e rapine nelle abitazioni private e poi, dopo cena, era l’ora dei colpi ai danni delle stazioni di servizio, che erano la specialità della banda di albanesi stroncata dai carabinieri di Cassano D’Adda, i quali hanno eseguito il fermo di cinque giovani tra i 20 e i 26 anni, mentre altri 2 indagati risultano ancora ricercati. Le razzie del gruppo, «trasfertisti» del crimine con i loro covi tra Pioltello e Melzo, avvenivano in mezza Lombardia. La procura di Milano (titolare dell’inchiesta il pm David Monti) contesta loro 14 furti in abitazioni, più altri due sfociati in episodi di rapina impropria, varie cessioni di cocaina, la ricettazione di 6 automobili e 15 colpi in varie aree di servizio, a partire da quelle del 12 gennaio scorso a due distributori: uno a Oreno di Vimercate (Monza e Brianza), l’altro a Cassina de Pecchi, nel Milanese. Gli episodi che hanno dato il via alle indagini.
A colpire gli investigatori dell’Arma di Cassano, comandati dal capitano Giuseppe Verde, è stato il modus operandi utilizzato dai malviventi per forzare gli apparecchi dove gli automobilisti inseriscono le banconote per fare rifornimento. Le colonnine, come emerso dalle imprese di altre batterie di ladri nel passato, di solito venivano letteralmente sradicate dal terreno servendosi di cavi o con mezzi da cantiere. In questo caso, invece, gli albanesi lavoravano più «di fino», servendosi di un flessibile e di un grosso arnese di metallo che si biforca all’estremità formando una «T», con i quali tagliare la lamiera della cassa interna e poi «arrotolarla» per estrarre il contenuto. Colpi veloci, relativamente silenziosi e che permettevano di fare bottini anche da 18 mila euro, come accaduto a Bellinzago Lombardo il 20 gennaio. Attività redditizia che, come riferito dagli inquirenti, attirava molte richieste dall’Albania da parte di altri delinquenti che volevano unirsi alla banda.