Servizio civile per 42.500 giovani Ma l’opportunità è da rilanciare
Molti lo scelgono per il rimborso (433 euro), tanti non lo conoscono
Il Servizio civile tenta il rilancio, ma stenta a risollevarsi. E questo accade anche in una città come Brescia che vanta una tradizione quarantennale di civismo. Con esperienze proficue che si sono tradotte negli anni nella nascita di molte cooperative sociali, nel radicamento del Terzo settore, nella capacità di far dialogare pubblico e privato in forme di welfare innovative. «È una scommessa che bisogna rilanciare» dice il presidente di Confcooperative Brescia Marco Menni, convinto che il servizio civile sia «l’unica vera politica giovanile attiva».
Ma le difficoltà si sono accumulate negli anni: ci sono molti ragazzi che nemmeno conoscono quest’opportunità, altri lo scelgono in attesa di trovare un lavoro. Provando nel frattempo a guadagnare qualcosa, ossia i 433 euro di rimborso. E poi, di base, pesa la sospensione giuridica della leva militare e quindi anche dell’obbligatorietà di una strada alternativa. «Nell’ultimo decennio il Servizio civile ha rischiato di decadere» ammette Diego Mesa di Caritas. E i numeri sembrano confermare: erano 13 mila i volontari in tutta Italia nel 2013/14. A quattro anni di distanza il sistema è risalito (42.500 l’ultimo dato), ma il percorso è irto di variabili e sfide.
«Credo che il Servizio civile vada riscoperto, con formule nuove» è l’auspicio di Mesa. Ed è anche ciò che faranno giovani, addetti ai lavori, amministratori e professori che giovedì prossimo, nelle aule della facoltà di Giurisprudenza di Brescia, si confronteranno per riflettere sul significato del Servizio civile. Ripercorrendo la storia che ha portato dai primi obiettori di coscienza all’attuale sistema. I lavori, che si apriranno alle nove del mattino in via delle Battaglie 50, vedranno anche la partecipazione di Calogero Mauceri, capo del dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale all’interno della Presidenza del consiglio dei Ministri. Un’occasione per parlare anche dei problemi attuali di quest’esperienza di 12 mesi che unisce volontariato e mondo del lavoro.
È vero, è stata di recente varata una riforma del Terzo settore, ma il Servizio civile si scontra con regole vecchie e con la mancanza di risorse per dare esecuzione a tutti i progetti. Quando i progetti ci sono, capita non di rado che non si trovi il personale, ossia i volontari. «Dare continuità spesso è difficile» conferma Marco Menni.
Ma il mondo del Terzo settore non si tira indietro. Sul fronte del Servizio civile Confcooperative Brescia conta 50 volontari, Caritas diocesana 27 ragazzi, il Comune di Brescia una ventina di persone. «Queste esperienze contribuiscono alla crescita del civismo dentro la città» sostiene l’assessore al Sociale Felice Scalvini. E lo stesso Emilio Del Bono è fiducioso: «Secondo me — ha detto il sindaco — il Paese è maturo per il servizio civile obbligatorio».