Bonifiche, sprint pre-elettorale
Domani via ai lavori al parco Passo Gavia. Scelte le ditte per Calvesi e via Parenzo
Ultima virata green dell’amministrazione Del Bono pri- ma delle elezioni. Pur con mesi di ritardo dovuti a complicazioni della gara, domani iniziano i lavori al parco Passo Gavia. E ci sono i nomi delle ditte che risaneranno il Calvesi e via Parenzo. «Abbiamo rispettato le promesse» dice l’assessore Fondra, che elogia il modello Brescia: «Il Ministero ci ha riconosciuto come sia sufficiente togliere 50 cm e non un metro di terra avvelenata, con notevoli risparmi».
Anche se con quasi un anno di ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, domani apriranno i cantieri per la bonifica del parco Passo Gavia, nel quartiere Primo Maggio. La Loggia nei giorni scorsi ha anche individuato il vincitore del bando di gara per il risanamento del campo d’atletica Calvesi (il nome sarà ufficializzato a giorni). Ed ha scelto l’offerta più vantaggiosa per la bonifica della porzione sud-ovest del parco di via Parenzo (quella della Smeda srl di Tursi, Matera).
L’amministrazione Del Bono imprime un’ultima virata green negli ultimi due mesi di mandato, per potersi presentare all’appuntamento elettorale di maggio «sventolando» il mantenimento delle promesse di risanamento ambientale fatte cinque anni fa. «Pur con qualche ritardo, dovuto alle complessità legislative e procedurali — commenta l’assessore all’Ambiente Gianluigi Fondra — gli iter di bonifica dei siti inquinati sono tutti instradati». Dopo aver bonificato i giardini delle scuole Deledda e Calvino a Chiesanuova, aver concluso i risanamenti per la primaria del Primo Maggio e del parco di via Nullo, con il commissario Caffaro Roberto Moreni si è deciso di affrontare il cuore del problema: un bando di gara europeo per risanare falda e terreno del sito aziendale (i lavori inizieranno a fine 2019). Ed ora questi altri tre interventi. «L’input di partenza è stato quello di non ripetere gli errori fatti in passato su via Nullo — aggiunge l’assessore —. Abbiamo messo a punto un valido metodo di lavoro ed una squadra efficiente, che si è costantemente confrontata con gli enti preposti». La conquista più grande? «Essere riusciti a dimostrare ed ottenere dal ministero che basta la bonifica dei primi 50 centimetri di terreno inquinato, mentre prima era obbligatorio scendere di un metro». Una svolta procedurale che può fare scuola e «portare il prossimo Parlamento a rivedere gli obblighi normativi», riducendo i costi ed aprendo anche ad altre opportunità di intervento. Dover trattare solo mezzo metro di terra inquinata (sufficiente a garantire ambiente e salute pubblica) apre le porte a future tecniche sperimentali.
Qui Fondra replica alle critiche mosse dal biotecnologo Roberto Ricci (articolo sotto) che avrebbe voluto sperimentare il lavaggio dei terreni evitando il conferimento in discarica: «Vista l’estensione del sito è auspicabile che si vada nella direzione di trattamenti sperimentali, che ora sarà più facile adottare dovendo trattare meno terra. Il soil washing è stato indicato anche dalla Aecom per la bonifica del sito aziendale di via Milano. Può essere una buona tecnica di supporto. Ma con le sperimentazioni bisogna andare con i piedi di piombo: abbiamo incontrato tante società che ci hanno proposto tecniche innovative ma non ne ho trovata una in grado di proporre una soluzione definitiva per il mix di inquinanti che caratterizza il nostro sin, dove ci sono sia metalli pesanti che pcb e diossine».
Ecco allora che al Passo Gavia la Garc di Parma scorticherà il primo mezzo metro di terra dei 13.500 metri quadri di parco, per portare circa 7mila metri cubi in discarica (un anno di cantieri, con nebulizzatori d’acqua attivi per evitare l’aero-dispersione di polveri). Il bando di gara è incappato in una serie di traversie burocratiche e legali: l’appalto era stato aggiudicato inizialmente ad una ditta del Sud, poi alla terza classificata, (la bresciana Pavoni Spa) che è ricorsa al Tar quando l’affidamento è stato rivisto e assegnato alla Garc di Parma. Gli stessi ritardi burocratici si temono anche per il Calvesi. Di certo si sa che a vincere il bando non è stata A2A-Ambiente (che ha avanzato la sua proposta con la modenese Reggiani Spa) né Hera Ambiente con Bernardelli, imprenditore titolare di una discarica a Montichiari. Dovrebbe essere più al «riparo» dai ricorsi la bonifica di via Parenzo Sud (si è scelta la strada della manifestazione d’interesse non della gara).
Nel frattempo la Loggia ha iniziato la caratterizzazione di tutti i parchi gialli ((via Parenzo nord e sud-est, via Livorno, via Fura, via Palermo, via Cacciamali) che vuole risanare nei prossimi 5 anni. Nel prossimo lustro sarà da affrontare anche il tema dei 100 ettari di campi agricoli dove è vietato coltivare da 17 anni. La sperimentazione di Ats seguita da Ersaf ha dimostrato che si possono coltivare mais, frumento, orzo, triticale. Ma resta il tema del sollevamento delle polveri. Perché non pensare a coltivazioni non-food come bambù o biomasse che non richiedono rimozione del terreno? «Tema interessante — dice Fondra — ma deve essere economicamente conveniente. Su quell’area la sperimentazione di Ersaf, andrà ampliata, ad oggi di risultati ne sono arrivati un po’ pochi. Certo è che per quell’area noi vogliamo tornare ad una nuova normalità e non rinunciare alle coltivazioni. Altrimenti avremmo optato per un bel bosco urbano».